CHIOGGIA - «No, non mi aspettavo una reazione così critica da parte dei cittadini. Ma, forse, potevo immaginarlo: il primo a fare un'offerta con carta di credito...
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MENU DIGITALEIn ognuna delle tre chiese (Cattedrale, san Giacomo e san Martino) è stato, infatti, posizionato un apparecchio Pos che permette, attraverso un menù iniziale di scegliere se donare per accendere una candela, far celebrare una Messa, specificando per chi e quando, o fare un'offerta alla parrocchia o ad altro istituto religioso. Il costo (1, 2, 3 euro, ecc. per le candele, a seconda del loro numero, un minimo di 10 euro per una Messa e qualunque cifra per l'offerta), viene pagato attraverso una carta di credito o bancomat come se si facesse un acquisto in negozio, con emissione di regolare ricevuta che, nei casi previsti, può anche essere scaricata dalla dichiarazione dei redditi. L'importo pagato finisce nel conto corrente della parrocchia e la commissione bancaria viene detratta dall'offerta: 30 centesimi per le piccole donazioni, l'8% per quelle più consistenti. Le donazioni sono possibili anche da casa, collegandosi al sito www.donatelumen.org. Spetta al parroco, al quale arriva in automatico una mail, con la causale scelta dal donatore, adempiere alla richiesta formulata. Lo scopo principale di questa innovazione era quello di scoraggiare i furti in chiesa. «Non passa settimana dice Tessarollo senza che qualcuno spacchi una cassettina di offerte o si prenda il loro contenuto. Spesso sappiamo anche chi sono i ladri». Clamoroso, proprio pochi giorni fa, il caso di un padre di famiglia (moglie e due figli piccoli) che aveva rubato nella chiesa della stessa parrocchia che, ogni mese, gli regalava un pacco di generi alimentari.
CONTRO I FURTI«Si spera, in questo modo continua Tessarollo di scoraggiare simili gesti, di evitare i potenziali pericoli per i fedeli e i danni materiali che ogni furto provoca, oltre naturalmente, di non dover interrompere il flusso delle opere di carità». Ma i commenti social non sono stati teneri con l'iniziativa della Curia e tanti hanno intravisto in essa un interesse economico. «Si cerca di aumentare l'importo delle offerte, 1 euro, invece dei 50 centesimi», «Che fine fanno quei soldi», «Entri per pregare, ti trovi il bancomat da pagare» e, perfino, «fuori i mercanti dal tempio». Una serie di reazioni negative che ha indotto il vescovo a intervenire sui social cittadini. «Non c'è alcun obbligo dice il monsignore chi vuole usa il Pos, chi vuole donare in maniera tradizionale può continuare a farlo, chi non vuole donare non è obbligato. Il sistema è sperimentale per tre mesi e poi tireremo le fila. A chi mi dice che, per gli anziani (come me, del resto), può essere scomodo, rispondo che ci sono anche giovani e persone di mezza età che lo possono usare, a chi mi parla della carità che si fa in silenzio, rispondo che chi dona in chiesa è visibile quando mette le monetine come quando usa il Pos, ma l'importo donato non si vede, a chi non si fida, rispondo di non donare se non vuole».
Diego Degan Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino