Chiede l'ora a un ragazzino e lo rapina del cellulare all'uscita di scuola

Chiede l'ora a un ragazzino e lo rapina del cellulare all'uscita di scuola
MESTRE - Rapinato del cellulare e minacciato da una donna all’uscita da scuola. Protagonista del colpo, un quattordicenne residente nel rione Piave. Il ragazzino era appena...

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MESTRE - Rapinato del cellulare e minacciato da una donna all’uscita da scuola. Protagonista del colpo, un quattordicenne residente nel rione Piave. Il ragazzino era appena uscito da scuola, poco dopo le 13, e stava tornando a casa quando, a un certo punto, è stato avvicinato da una donna. La signora, di mezza età, bianca e italiana (almeno parlava in un italiano molto preciso, stando alla sua ricostruzione) l’ha guardato e con un sorriso gli ha chiesto l’ora. Il 14enne, allora, per risponderle ha preso da una tasca il suo smartphone. In quel momento la donna è stata rapidissima. Un colpo di mano e gliel’ha strappato dalle mani. Il ragazzino l’ha guardata incredula, poi ha accennato un timido tentativo di reazione per farselo restituire. «Stai zitto. E non dire nulla a nessuno, d’accordo?

 Guarda che non sto scherzando, se parli con qualcuno di questa storia passerai guai grossi». Dopo le minacce, la donna, a piedi, si è allontanata rapidamente dalla zona. Il ragazzino è tornato a casa di corsa, in lacrime, raccontando la cosa ai genitori. Senza perdere tempo, i famigliari si sono precipitati in commissariato a Mestre per sporgere denuncia. Le volanti, immediatamente, si sono messe alla ricerca della rapinatrice. Più volte hanno fatto il giro del rione, senza però riuscire a trovare traccia della donna. Probabile che non fosse da sola, e che ci fosse qualcuno con lei. Qualcuno che potrebbe averle fatto da autista prima e dopo il colpo. È la prima volta, in città, che si assiste a una rapina messa in atto con modalità di questo tipo. La tecnica sembra molto simile a quella utilizzata dalle ladre-truffatrici che colpiscono gli anziani con la tecnica dell’abbraccio. In quel caso si cerca una scusa per avvicinare la propria vittima, per poi far scattare il meccanismo di Rolex o di collanine d’oro con un rapido movimento della mano. 

Questo episodio, però, ha un fattore in più. Oltre al fatto che la vittima è un minore, si sono aggiunte le minacce e la prevaricazione. Quindi il reato non è più furto con destrezza, ma una vera e propria rapina. Le indagini proseguiranno anche nei prossimi giorni, anche cercando eventuali testimoni (considerato l’orario in cui è avvenuto il colpo) o analizzando le telecamere di videosorveglianza della zona. Si cercherà di verificare, inoltre, se vi siano stati altri colpi analoghi in altre zone dell’area metropolitana per capire se questa nuova tecnica abbia dei precedenti recenti.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino