Incidente mortale a Vigodarzere. Mattia e la sua passione per la moto. ​Il cugino: «Dopo lo schianto parlava»

Incidente mortale a Vigodarzere, la vittima Mattia Schiavon
PADOVA - «Ha sempre avuto la passione per le due ruote. I suoi familiari avevano anche cercato di dissuaderlo dall'iniziare a guidarla così giovane, ma lui...

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PADOVA - «Ha sempre avuto la passione per le due ruote. I suoi familiari avevano anche cercato di dissuaderlo dall'iniziare a guidarla così giovane, ma lui adorava troppo la moto». La zia di Mattia Schiavon, il ventenne deceduto martedì pomeriggio nel terribile schianto contro una Citroen C3, sulla Provinciale 87 del Terraglione, nell'omonima frazione di Vigodarzere, mentre era in sella alla sua Honda 500, trova il forza di parlare del nipote e di raccontare lo strazio della famiglia alla notizia della sua morte. A consolarli, almeno, il fatto che il cugino diciassettenne di Mattia, passeggero sul sellino della motocicletta, che in un primo momento era stato dichiarato ferito gravemente, è ora fuori pericolo: «Ha numerose fratture, specialmente a un braccio e a una mano, tanto che dovrà essere operato. È distrutto dal dolore e sotto choc. I due ragazzi avevano un legame strettissimo». 


 
MOMENTI FELICI
Mattia, come racconta zia Silvia, era un ragazzo pieno di vita e d'iniziativa. «Aveva frequentato per 4 anni l'alberghiero e fin dai 18 aveva iniziato a lavorare come cuoco. Di recente si era licenziato dal suo vecchio posto di lavoro perché ne aveva trovato un altro ed era molto contento di cominciare questo nuovo percorso. Ha iniziato a lavorare subito, tanto che con i suoi primi risparmi si era comprato la tanto desiderata Honda rossa». 
Una passione, quella della moto, che aveva fin da bambino: «Il suo papà ci racconta sempre che fin da piccolo Mattina ha iniziato ad appassionarsi alle due ruote. Non sappiamo da chi abbia preso. Lui somiglia tanto, anche fisicamente a mio marito, uno zio giovane che ha giusto il doppio della sua età. Entrambi compiono gli anni in estate, tanto che a breve avremmo voluto festeggiare i loro compleanni insieme. Mattia ne aveva appena computi 20, proprio l'1 luglio, tre settimane fa. Lo zio ne farà 40 tra poco. Questa tragedia ci ha distrutto». 

L'INCIDENTE
La zia racconta che subito dopo lo schianto, Mattia era ancora lucido: «Il cugino ha detto che entrambi erano lucidi subito dopo l'incidente. Mattia non aveva perso i sensi e parlava. Per questo il cugino è rimasto ancor più sconvolto quando ha saputo della sua morte poco dopo, quando è stato ricoverato in ospedale». 

Mattia è stato sbalzato dalla sua Honda 500 dopo lo schianto con l'auto, che procedeva nella stessa direzione. Quando sono arrivati i sanitari del Suem il giovane ha perso conoscenza e a nulla sono serviti i ripetuti tentativi di rianimarlo da parte dei medici arrivati sul luogo dell'incidente con l'ambulanza e l'elisoccorso. Per via del violento botto, la Honda del ragazzo si è incendiata tanto che in via Terraglione sono arrivati anche i vigili del fuoco di Padova. 

LA RICOSTRUZIONE
Stando ad una prima ricostruzione effettuata dagli agenti della Polizia locale del Medio Brenta, all'origine dell'incidente potrebbe esserci un sorpasso azzardato. Sembra infatti che la Citroen, con a bordo una coppia di 45enni entrambi di Vigodarzere, stesse viaggiando lungo la Provinciale del Terraglione da Tavo in direzione appunto di Terraglione. Arrivata all'incrocio con via Perarello, la Citroen avrebbe iniziato la manovra di svolta a sinistra e proprio in quel momento la Honda di Schiavon sopraggiungeva alle sue spalle. Inevitabile l'impatto, violento al punto tale che la moto è quasi entrata nell'abitacolo della Citroen per poi volare in alto insieme al centauro.


Nonostante più di un'ora di disperati tentativi di rianimare Mattia e l'intervento dell'elisoccorso, per il ragazzo non c'è stato nulla da fare. Il cugino è stato trasportato all'ospedale di Camposampiero. Ferita e sotto shock anche la coppia a bordo dell'auto. Sulla dinamica la famiglia preferisce non parlare: «C'è un'indagine in corso che chiarirà le cause dello schianto».

Marina Lucchin  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino