Alessio, lo chef che ha mollato i ristoranti stellati per fare le "marmellate della nonna"

Alessio Brusadin,
SACILE - Il suo sogno era viaggiare, scoprire il mondo e anche...le pentole. Proprio così, sin da quando aveva 14 anni il pordenonese Alessio Brusadin, ora 47enne,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
SACILE - Il suo sogno era viaggiare, scoprire il mondo e anche...le pentole. Proprio così, sin da quando aveva 14 anni il pordenonese Alessio Brusadin, ora 47enne, aveva capito che la sua passione per la cucina gli avrebbe permesso di soddisfare i palati altrui e di saziare la propria voglia di conoscere. Sicché, dopo essersi diplomato allo Ial, nel 91 è partito all'avventura e come chef ne ha fatta davvero di strada, tant'è che in poco tempo, dopo aver lavorato nel 5 stelle di Gualtiero Marchesi e aperto un bar, ha dato vita a una catena di 3 ristoranti a Londra: Tentazioni, Grano e Riso. E il Grano nel 99 ha persino ottenuto il premio di migliore ristorante italiano della metropoli inglese. Poi ne ha aperto un altro in Trentino e governato i fornelli di prestigiose strutture ricettive, come il Gran hotel Fasano sul lago di Garda.


Ma a un certo punto ha deciso di tornare a Pordenone, di riscoprire radici e tradizioni, lontano dal consumismo frenetico e dal tutto corporate. Ha preso casa a Sacile e costruito un capannone a Brugnera, dove da giugno si dedica alle produzioni artigianali, cucinate secondo la tradizione, senza conservanti né coloranti, né gelificanti, con materie prime doc, tutte italiane. «Da solo - spiega con orgoglio - preparo marmellate, confetture di frutta e cioccolata, i Chutney agrodolci a base di frutta e verdura e i ragù di carne rigorosamente a cottura lenta. Dopo quindici anni all'estero - racconta - sono rientrato in patria e dopo altri cinque trascorsi in Alto Adige nella bellissima Caldaro dove ho aperto insieme a Vito Leone il Restaurant Ritterhof, mi sono trasferito in Val di Non, per la precisione a Smarano. E lì, in collaborazione con i Fratelli Corrà, ho iniziato questa nuova avventura. Il ritorno in Italia è stato una riscoperta di sapori e prodotti meravigliosa. Il mio obiettivo è subito diventato catturarla e riproporla in questi vasi, in maniera completamente naturale. Le mie sono ricette particolari, i cui sposo sapori e profumi in modo creativo. Certo - considera - facendo tutto a mano e da solo, nei pentoloni, non ho una grande produzione: raggiungo i 25 mila vasi l'anno, ma la richiesta è consistente da tutta l'Europa e forse un giorno mi allargherò».

A fronte di un significativo rientro, non si può non registrare la partenza e il successo di un altro fornello in fuga: quello del sacilese Marco Fiorot, 28 anni, che ha aperto un ristorante a Kuwait City, con il nome Vigonovo. Il giovane, prima di partire ha lavorato per diversi anni al Ciastelat di Budoia alla scuola di Stefano Gislon.
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino