Corrieri della droga con gli ovuli in pancia: l'odissea di una schiava

Gli ovuli scoperti con i raggi X
CITTADELLA - Smantellata una banda dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti in grado di far arrivare attraverso gli "ingoiatori" decine di chili di droga sulla piazza...

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CITTADELLA - Smantellata una banda dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti in grado di far arrivare attraverso gli "ingoiatori" decine di chili di droga sulla piazza padovana e non solo. La base logistica era a Fontaniva, dove prima di essere arrestato viveva Vanni Sbaiz, 40enne ritenuto il capo di una banda che vedeva invece nel marocchino Hicham El Aataout, 28 anni, il coordinatore dei viaggi Marocco-Italia.




Il provvedimento, oltre a Sbaiz (già in carcere in Spagna) e a Hicham El Aataout, in carcere a Bologna, ha riguardato Gianluca Vellere, detto "testa grossa" di 34 anni residente a Pozzoleone; Luigi Parolin, artigiano di 39 anni di Tezze sul Brenta, Noureddine El Aataout di 25 anni, Hicham Matouk di 39 anni, Youness Fahmy di trent'anni e Tariq Makaoui di 37 anni. Risultano ancora a piede libero altri quattro spacciatori marocchini.



Il traffico internazionale implicava l'utilizzo di "ingoiatori" marocchini, pronti anche alla morte o nella migliore delle ipotesi all'arresto, pur di guadagnare 400 euro netti. Il biglietto aereo era infatti pagato dall'organizzazione criminale. Nel corso dei numerosi fermi effettuati dagli investigatori dell'Arma negli aeroporti di Venezia, Orio al Serio (Bergamo) e Bologna, è emerso che ogni pusher riusciva a portare in Italia circa un chilo di droga, nello specifico resina di hashish, suddivisa in ovuli da dieci grammi l'uno.

Tra gli "ingoiatori" i carabinieri sono riusciti ad intercettare anche una marocchina. Straziante il suo racconto ai militari: per ingoiare 100 ovuli impiegava parecchie ore attanagliata da dolori lancinanti. Una volta espulsa dai singoli trasfertisti nordafricani, la droga veniva portata a Fontaniva (Padova).



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