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AURONZO - «Dopo un anno emerge la verità sulla cerva soccorsa dalla Protezione civile ad Auronzo di Cadore: è stata uccisa senza avvisare un veterinario. Basta parole: indispensabile un Cras in provincia di Belluno». La denuncia arriva dal consigliere regionale, Andrea Zanoni (Pd), che va subito il punto: la necessità di tornare ad avere un Centro di recupero per animali selvatici.
La cerva di Auronzo
Era domenica 23 gennaio 2021 quando la cerva femmina venne recuperata nella neve di Auronzo dalla locale protezione civile, ma poi misteriosamente morì. «Abbiamo dovuto attendere oltre un anno per avere la risposta all’interrogazione sull’uccisione di una cerva soccorsa dalla Protezione civile ad Auronzo. E purtroppo avevamo ragione – spiega il consigliere del Partito democratico -, nonostante il post di giubilo dell’assessore Gianpaolo Bottacin che si congratulava per il salvataggio. Invece, come avevano segnalato alcuni testimoni indignati, non c’era stato alcun lieto fine. Al di là del ritardo inaccettabile della replica della Giunta, la vera indecenza è che una provincia come Belluno, ricca di biodiversità e fauna selvatica, non abbia un Centro recupero animali selvatici per poter intervenire in casi come questo». Non poteva esprimere più chiaramente il suo pensiero Andrea Zanoni, che commenta così la risposta ricevuta ieri all’interrogazione presentata il primo febbraio 2021 e sottoscritta dalla collega dem Anna Maria Bigon, da Cristina Guarda di Europa Verde e dal portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni.
«Quando mi segnalarono l’episodio, ricordo che i testimoni confermarono come la cerva, recuperata dopo essere finita in un torrente e stremata per fame e freddo, si reggesse sulle zampe da sola, a differenza di quanto riportato nella risposta odierna dell’assessore Corazzari - prosegue il consigliere regionale -.
Caso cerva morta: «Nessun veterinario per i selvatici»
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