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MESTRE - Li hanno visti accalcarsi fin dalle prime ore del mattino. Uno alla volta si sono ammassati, scheda elettorale alla mano, davanti alla sede di via Sernaglia in un lungo serpentone che dall’ingresso è arrivato a circondare l’intero isolato. Le elezioni moldave sono state il caso di ieri: inevitabile, in tempo di restrizioni anti-Covid. Sono piovute telefonate in questura e alla polizia locale per segnalare quello che, di fatto, è stato il più imponente assembramento di giornata. Tutto regolare, però. Perché la questura era stata informata e l’appuntamento elettorale era stato autorizzato: non sarebbe stato possibile, infatti, limitare il diritto a esprimere la propria preferenza elettorale a una comunità, quella moldava, che in città per numeri occupa il secondo posto tra le minoranze straniere. Sono più di quattromila, infatti, secondi solo ai bengalesi. Il centro civico di via Sernaglia, però, non era di riferimento solo per la città ma per l’intera provincia. La coda è cresciuta ora dopo ora, ed è rimasta tale fino a sera. Dalla questura spiegano che le pattuglie presenti hanno fatto rispettare le disposizioni anti-Covid, facendo indossare la mascherina a chi l’aveva messa in modo errato e con continui annunci per far mantenere il distanziamento sociale. Che la situazione fosse al limite, però, è stato ben chiaro anche ai rappresentanti della stessa comunità.
«Quando abbiamo visto che si stavano creando assembramenti siamo intervenuti subito impiegando ben dieci volontari».
Il Gazzettino