Azienda di Zero Branco chiusa da vent'anni. Gli ex dipendenti si ritrovano per una cena: «Una grande famiglia»

Azienda di Zero Branco chiusa da vent'anni. Gli ex dipendenti si ritrovano per una cena
ZERO BRANCO (TREVISO) - ​Erano in più di cento, l’altra sera, gli ex dipendenti della Systel spa, azienda specializzata nel settore del fotofinissaggio....

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ZERO BRANCO (TREVISO) - ​Erano in più di cento, l’altra sera, gli ex dipendenti della Systel spa, azienda specializzata nel settore del fotofinissaggio. «Nelle vite di ciascuno di noi resta sempre vivo il ricordo del tempo trascorso, che ci porta ancora oggi, dopo quasi vent’anni, a ritrovare la grande famiglia che Roberto e Carla hanno saputo tenere insieme per più di trent’anni». Arrivano scritte a penna e con il cuore, le parole di Leo Leandri, uno dei primi dipendenti della Systel.

L'anniversario

Non manca molto al ventesimo anniversariob veneta. Quello dell’altra sera è stato un ritrovo diverso e a tratti inaspettato. Tra gli ex dipendenti, infatti, anche gli storici titolari dell’azienda: Roberto Signoretto e Carla Righetti. Una sorpresa e un’emozione ritrovarsi a cenare insieme ai titolari, marito e moglie, che per molti anni hanno tenuto le redini di un’azienda diventata in poco tempo importante nel mercato mondiale. La Systel ha una storia che si interseca con quella dello sviluppo industriale veneto degli anni 70. Nasce dall’intuizione di Roberto Signoretto, in un sottoscala di Mestre dove, poco più che ventenne, a fine anni ‘60, costruisce e collauda le prime attrezzature per lo sviluppo industriale delle fotografie. Un paio d’anni più tardi viene avviata l’attività a Olmo di Martellago, luogo dell’incontro di ieri sera. Nel giro di una decina d’anni, l’azienda diventa rilevante sul mercato estero per l’alta tecnologia dei macchinari prodotti e apre un nuovo polo a Zero Branco. Quindi, vengono aperte filiali in tutto il mondo, anche oltre oceano, ma resta in Veneto la sede principale, contando più di 380 dipendenti. A inizio anni 2000 le quote vengono cedute a una multinazionale svizzera, che in pochi anni porta l’azienda al collasso. Un dispiacere per titolari e dipendenti. L’ex dipendente, Luca Secchi: «Ci è dispiaciuto tanto per la chiusura dell’azienda, ma siamo felici di ritrovarci. Dobbiamo tutto ai Signoretto, ci hanno dato l’opportunità di crescere e di imparare un lavoro. In fabbrica c’era un’armonia che non si può spiegare, pensando a quello che è adesso il mondo del lavoro. È stata una famiglia». Ma la storia di quest’azienda non è mai finita. Signoretto e Righetti, nonostante l’interruzione della loro attività, decidono di non mollare e con lo stesso spirito degli anni ‘70 avviano un altro progetto dedicandosi alla produzione robotica, portando con loro qualche ex dipendente della Systel. «Devono solo essere fieri di aver costruito un grande gruppo – dicono con riconoscenza i dipendenti – dopo 20 anni ci ritroviamo invecchiati, ma è rimasto l’entusiasmo dell’inizio».

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Il Gazzettino