Cella telefonica sbugiarda la lucciola Assolto il cliente accusato di rapina

Cella telefonica sbugiarda la lucciola Assolto il cliente accusato di rapina
MOGLIANO - «Insoddisfatto della prestazione sessuale strappa il cellulare alla lucciola, scappa e lo scaraventa nel fossato», è l'accusa che il pm di...

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MOGLIANO - «Insoddisfatto della prestazione sessuale strappa il cellulare alla lucciola, scappa e lo scaraventa nel fossato», è l'accusa che il pm di Treviso, sulla base della denuncia di una prostituta romena emigrata in Inghilterra, ha contestato a un 32enne siciliano, di passaggio nella Marca. Ci sono voluti 4 anni di udienze, ma alla fine la verità è venuta a galla. L'esame delle celle telefoniche del cellulare rubato e degli orari di aggancio hanno dimostrato senza ombra di dubbio che la squillo aveva mentito. Al momento della rapina e nell'ora successiva il cellulare era agganciato alla cella del centro di Treviso e non a quella del fossato dove venne ritrovato. Una prova schiacciante: a gettare il cellulare nel fossato fu la lucciola e non il 32enne. Il giudice Marco Biagetti, sposando le tesi dell'avvocato Marco Furlan, ha così assolto l'imputato con formula piena perché il fatto non sussiste.


A luglio 2013 il 32enne decise di appartarsi con una prostituta lungo il Terraglio. Insoddisfatto della del rapporto chiede indietro i soldi. La lucciola, furiosa, strappò le banconote appena incassate per ripicca. Rimasta a piedi, la romena raggiunse un'amica e chiamò i carabinieri: «Un cliente - denunciò - mi ha rapinato di 10 euro e del cellulare, poi lanciato nel fossato». I carabinieri trovarono cellulare, i 10 euro fatti a pezzi e altri 20 intatti. Poi, grazie al numero di targa annotato dalla squillo, individuarono il 32enne...
 
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Il Gazzettino