Cataratta, Rovigo apripista in Italia con il nuovo sistema Zepto

Lo Staff del dott. Massimo Camellin (al centro)
ROVIGO - Si chiama Zepto il nuovo strumento, proveniente dalla California, in uso alla Sekal Rovigo, specializzata in micro chirurgia agli occhi. A presentarlo in anteprima...

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ROVIGO - Si chiama Zepto il nuovo strumento, proveniente dalla California, in uso alla Sekal Rovigo, specializzata in micro chirurgia agli occhi. A presentarlo in anteprima nazionale, è stato Massimo Camellin, specialista oculista nel campo dell'ottica fisiopatologica. «Zepto è arrivato martedì scorso - racconta Camellin - Il suo nome deriva dalla incredibile velocità di esecuzione negli interventi alla cataratta, visto che zepto è un'unità di misura del tempo, pari a 10 alla meno 21 secondi.


Siamo i primi in Italia a utilizzare questo rivoluzionario metodo, che consente di creare un buco perfetto all'interno della cataratta, che nessuna pinza o laser è in grado di fare. L'intervento dura lo stesso tempo di prima, vale a dire tra i 5 e i 10 minuti, ma rispetto al vecchio modo di operare, con Zepto non si corre il rischio di avere delle controindicazioni durante l'intervento. Tra queste, la più temuta da medici e pazienti è la rottura della capsula che comporta complicazioni per l'occhio. Per questo siamo davanti ad un passo avanti importantissimo».

Camellin ha già effettuato le prime tre operazioni su persone tra i 60 e i 70 anni, tutti del Veneto. «La confezione utilizzata per l'operazione è monouso, lo strumento è più piccolo di una scatola da scarpe, quindi si presenta molto comodo per chi lavora in sala operatoria. La punta di Zepto è 80 volte più sottile di un capello. Attraverso questa viene immessa nell'occhio malato un'onda di riscaldamento, che ha la durata di 4 millesimi di secondo: meno del battito di ciglia, in pratica un lampo. Questo strumento lo stavo seguendo da due anni, ossia dal congresso europeo svoltosi a Copenaghen. L'azienda che lo produce ha sede in California e ha ottenuto il marchio Ce. D'ora in poi si potrà lavorare in maggiore sicurezza, avendo il vantaggio di non sconvolgere quella che è la procedura standard a livello di sala operatoria. Al contempo si semplifica e si aumenta la qualità dell'intervento».
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Il Gazzettino