Corsa di cavalli truccata da Cosa nostra, fantino trevigiano arrestato

Mauro Parussati sul sulky
CASTELFRANCO - Tocca anche la Marca il blitz della guardia di Finanza di Palermo che ha arrestato 91 tra boss, gregari, estortori e prestanomi di due storici clan palermitani...

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CASTELFRANCO - Tocca anche la Marca il blitz della guardia di Finanza di Palermo che ha arrestato 91 tra boss, gregari, estortori e prestanomi di due storici clan palermitani dell'Acquasanta e dell'Arenella. In manette sono finiti esponenti di storiche famiglie mafiose palermitane come quelle dei Ferrante e dei Fontana. Le accuse contestate sono a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, ricettazione, riciclaggio, traffico di droga, frode sportiva e truffa. Il gip che ha disposto gli arresti parla di "contesto assai favorevole per il rilancio dei piani dell'associazione criminale sul territorio d'origine e non solo".

   
Il blitz in Sicilia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Campania.  Tra gli indagati c'è anche un ex concorrente del Grande Fratello: è Daniele Santoianni, che ha partecipato alla decima edizione del reality, e che ora è ai domiciliari con l'accusa di essere un prestanome del clan.

Nella Marca è finito nei guai Mauro Parussati, 24 anni di Castelfranco, conosciuto nell'ambiente dell'ippica come fantino, attualmente agli arresti domiciliari. In concorso con Giovanni Ferrante e Giulio Biondo, entrambi indagati è accusato di aver "condizionato fraudolentemente" l’esito di una gara di trotto, la seconda corsa del 22 luglio 2018 all’ippodromo di Modena. Lo scopo era quello di "raggiungere un risultato diverso da quello derivato dal corretto e leale svolgimento delle competizioni - si legge nell'ordinanza - incorrendo in truffa aggravata ai danni del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in relazione agli artificiosi esiti delle corse, con conseguente vantaggio economico per i sodali scommettitori e relativo danno per l’ente pubblico. Con l’aggravante di aver agito avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. ed al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino