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CASTELFRANCO - Tetre nubi aleggiano su Castelfranco e il clima politico diventa decisamente più pesante: Diego Giovine, consigliere comunale dichiaratosi indipendente, ha sporto querela dai carabinieri nei confronti di Roberto Pinto, responsabile della comunicazione del circolo di Fratelli d'Italia della città del Giorgione. Il motivo della denuncia, nelle parole di Giovine, sarebbe l’aggressione verbale «con atteggiamento violento» che Pinto avrebbe portato nei confronti del consigliere, venerdì scorso 8 marzo, in un locale pubblico cittadino, alla presenza di diversi testimoni.
LO SCONTRO
Pinto sarebbe arrivato anche a minacciare Giovine, per via di alcuni suoi interventi durante le sedute in consiglio comunale, l’ultimo dei quali aveva preso di mira il presidio organizzato sabato 3 febbraio dal circolo di Fdi castellano nella famigerata piazzetta rossa, vicino alla stazione degli autobus, con lo slogan “Riprendiamoci il nostro territorio”. Una manifestazione svoltasi in seguito alla rissa scatenatasi tra alcuni minorenni, ennesimo atto violento in un luogo già salito agli onori della cronaca, per episodi di degrado e violenza, con protagonisti spesso giovanissimi. Durante il presidio, Roberto Pinto aveva dichiarato: «Alla luce degli ultimi avvenimenti, abbiamo pensato di dare un segnale di presenza rivolto alla cittadinanza di Castelfranco, in particolare ai residenti e ai commercianti di "piazzetta rossa", da anni spettatori indifesi di atti anche molto gravi.
LA GRAVITÀ
E mentre l’accusato non rilascia dichiarazioni in merito, il consigliere sottolinea la gravità dell'episodio, paragonandolo alle violenze fasciste di un secolo fa: «Ritengo che metodi squadristi che ricordano un passato infelice della nostra storia non si addicano al corretto e democratico confronto politico e non portino ad alcun contributo positivo di idee per la nostra Castelfranco. Reputo il fatto gravissimo, perché teso a intimidirmi nella mia attività di consigliere comunale, democraticamente eletto dai cittadini. Confido nell’intervento dell’autorità giudiziaria, anche perché questo fatto non deve costituire un pericoloso precedente». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino