Alla Rsa di Castelmassa continue chiusure per Covid e non solo. I parenti protestano: «Vogliamo riabbracciare i nostri anziani»

La rsa San Martino di Castelmassa
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CASTELMASSA - Nonostante la fase più acuta dell’emergenza Coronavirus sia stata superata da mesi, non sono ancora finite le restrizioni per gli anziani che si trovano in alcune case di riposo. Un problema ribadito più volte dai parenti, stavolta messo nero su bianco dalle famiglie della struttura di Castelmassa. «A volte mi chiedo davvero se le cose possano cambiare… È paradossale e avvilente come il Covid o in nome del Covid ci si trinceri in un generale “rimpallo” di responsabilità che nessuno mette per iscritto. E intanto tutto passa inosservato e gli anziani che hanno fatto grande il nostro paese muoiono in solitudine parentale». Comincia così la riflessione di Silvia Azzolini, presidente dei caregivers (parenti) Rsa di Castelmassa.«Sono stanca - prosegue - di sentir parlare di protocolli, responsabilità e soprattutto stanca di non poter abbracciare mia madre perché, per il Covid, si debbano attuare procedure infinite, anche dopo aver seguito alla lettera vaccini e prassi. Ogni periodo definito in queste strutture è prevista una giornata tamponi; si trova un positivo, anche asintomatico, e questo comporta la chiusura del piano, del reparto Covid, i costi aumentati per i rifiuti speciali e altre chiusure alle forme di socialità. Non dobbiamo dimenticarci, però, che gli ospiti sono anziani ultraottantenni che hanno bisogno di sorridere alla vita ancora finché possono, considerando anche che a molti di loro, oggettivamente, non restano ancora molti anni da vivere».



LA PROTESTA

«Se dovessimo fare la stessa cosa in una scuola, quanti positivi troveremmo? - si domanda ancora Azzolini -.Da più di dieci giorni oramai a Castelmassa è stato chiuso il primo piano Rsa per infezioni Covid. Si parla di situazione sotto controllo alla stregua di un influenza o poco più. Vero è che in soggetti anziani e fragili anche una semplice influenza è qualcosa di deleterio, tuttavia questo succedeva anche prima della pandemia e nessuno ha mai chiuso nulla».

LA LONTANANZA


Insomma, gli anziani ospiti soffrono per la lontananza dei propri cari, come ribadisce Silvia Azzolini nel suo intervento: «Gli operatori e il personale sono decisamente più che professionali, umani, accoglienti e capaci di sopperire ad ogni mancanza, tuttavia manca, ad alcuni degli ospiti, comprensibilmente, il calore dei propri cari e questo è decisamente paradossale se si pensa che stiamo parlando di ultraottantenni che hanno bisogno di tutto l’affetto possibile anche quello, ad esempio, che deriva dal vedere ragazzini che con progetti ad hoc per il sociale entrano in struttura ad animare le giornate», conclude la presidente dei parenti dell’Rsa di Castelmassa.
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Il Gazzettino