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ROVIGO - Nessuno si sbilancia. Il futuro dell'Iras sembra avvolto dal mistero. Pero, vista la sicurezza con la quale dal sindaco Edoardo Gaffeo fino al presidente della Regione Luca Zaia in occasione del suo passaggio a Rovigo, negano che vi sia un'ipotesi concreta di messa in liquidazione dell'ente, sembra logico sgombrare il campo dalla preoccupazione più grande, che tiene in apprensione famiglie di ospiti, lavoratori e cittadini: l'Iras non chiuderà i battenti e continuerà a esistere. Gaffeo, che venerdì si è incontrato a Venezia con l'assessore regionale Manuela Lanzarin, continua a mantenersi abbottonato: «Con l'assessore Lanzarin massima sintonia con l'intenzione di arrivare alla miglior soluzione possibile», lo scarno commento. Allora, fra il detto e il non detto, bisogna considerare che forse, una traccia di soluzione già c'è. Non a caso, già un mese fa, in una riunione dell'Uripa, l'Unione regionale istituti per anziani della Regione, si è affrontato il tema dei 100 posti accreditati di Casa serena, con una sorta di invito generale «a fare ognuno la propria parte». Il senso a questo punto può essere solo uno: i 100 posti accreditati di Casa serena sono vincolati all'esistenza della convenzione, se questa dovesse cadere, verrebbero ridistribuiti fra le altre strutture. Un primo indizio.
PIÙ POSTI A SAN BORTOLO
Il secondo arriva proprio dal resoconto dei sindacati sull'incontro che ieri hanno avuto a loro volta con l'assessore Lanzarin che, riferiscono, ha detto che per San Bortolo «si stanno valutando possibili incrementi nel numero dei posti accreditati».
IL PASSIVO
Fin qui tutto bene. Il problema è che Casa serena si porta dietro il debito di circa 4,5 milioni nei confronti delle banche, per i mutui contratti per sostenere le spese di manutenzione che secondo la convenzione da più parti definita capestro, si è accollato l'Iras. Posto che le banche non fanno beneficenza e che l'Iras è schiacciato dalla situazione debitoria, resta una sola strada per uscire dal vicolo cieco. L'impegno del Comune. Gaffeo, nel consiglio comunale aperto, al Censer, del 17 febbraio, è stato chiaro: la convenzione è il problema che «va scardinato». Tuttavia, come a più riprese ha rimarcato, il Comune non può accollarsi debiti altrui, perché l'Iras è un ente autonomo e tutto deve essere fatto attraverso i paletti della spesa pubblica e delle perizie. Perizie, appunto, che possono stabilire anche il quanto della spesa per la restituzione dell'intero immobile. Su Casa serena, del resto, è ancora in piedi il progetto dell'Ater, da due milioni, per utilizzarne una parte per il cohousing. Il Comune ha una posta di bilancio di 3,2 milioni per mettersi al riparo. Il cerchio sembra chiudersi. Si tratta solo di capire le cifre che Comune e Iras si accolleranno, ma la strada sembra tracciata.
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