Il Comune si riprende Casa serena. All'Iras in cambio più posti letto

Martedì 22 Marzo 2022 di Francesco Campi
Il Comune si riprende Casa serena

ROVIGO - Nessuno si sbilancia.

Il futuro dell'Iras sembra avvolto dal mistero. Pero, vista la sicurezza con la quale dal sindaco Edoardo Gaffeo fino al presidente della Regione Luca Zaia in occasione del suo passaggio a Rovigo, negano che vi sia un'ipotesi concreta di messa in liquidazione dell'ente, sembra logico sgombrare il campo dalla preoccupazione più grande, che tiene in apprensione famiglie di ospiti, lavoratori e cittadini: l'Iras non chiuderà i battenti e continuerà a esistere. Gaffeo, che venerdì si è incontrato a Venezia con l'assessore regionale Manuela Lanzarin, continua a mantenersi abbottonato: «Con l'assessore Lanzarin massima sintonia con l'intenzione di arrivare alla miglior soluzione possibile», lo scarno commento. Allora, fra il detto e il non detto, bisogna considerare che forse, una traccia di soluzione già c'è. Non a caso, già un mese fa, in una riunione dell'Uripa, l'Unione regionale istituti per anziani della Regione, si è affrontato il tema dei 100 posti accreditati di Casa serena, con una sorta di invito generale «a fare ognuno la propria parte». Il senso a questo punto può essere solo uno: i 100 posti accreditati di Casa serena sono vincolati all'esistenza della convenzione, se questa dovesse cadere, verrebbero ridistribuiti fra le altre strutture. Un primo indizio.


PIÙ POSTI A SAN BORTOLO

Il secondo arriva proprio dal resoconto dei sindacati sull'incontro che ieri hanno avuto a loro volta con l'assessore Lanzarin che, riferiscono, ha detto che per San Bortolo «si stanno valutando possibili incrementi nel numero dei posti accreditati». Uno più uno potrebbe fare due. Ovvero, i posti in più potrebbero essere una parte dei 100 che si perderebbero a Casa serena sciogliendo la convenzione. «Un nodo particolarmente delicato, perché riguarda il destino di 100 posti letto accreditati e di una fetta consistente della forza lavoro dell'Iras», ribadiscono i sindacati. Però il nocciolo della questione è qui. L'Iras in questo momento ha due gambe, una il nucleo storico di San Bortolo, cuore dell'attività, intangibile, l'altra è Casa serena che dal punto di vista dell'economia dell'ente è la gamba che lo fa zoppicare. Il rimedio per evitare la cancrena? Tagliare la gamba. Senza tanti giri di parole, il punto di caduta di tutta la vicenda, del quale nelle segrete stanze si è già ventilata l'ipotesi, sembra essere questo: stralciare la convenzione, che come tutti i contratti può essere interrotto per volontà concorde delle parti, così che l'Iras, seppur con una gamba sola, possa tornare a camminare, senza zavorre, mentre il Comune si riprende in carico una struttura che soprattutto in tempi di Pnrr, con tante linee di finanziamento per interventi di prossimità nel settore sociosanitario, può diventare una tela su cui dipingere nuovi servizi per la città.


IL PASSIVO

Fin qui tutto bene. Il problema è che Casa serena si porta dietro il debito di circa 4,5 milioni nei confronti delle banche, per i mutui contratti per sostenere le spese di manutenzione che secondo la convenzione da più parti definita capestro, si è accollato l'Iras. Posto che le banche non fanno beneficenza e che l'Iras è schiacciato dalla situazione debitoria, resta una sola strada per uscire dal vicolo cieco. L'impegno del Comune. Gaffeo, nel consiglio comunale aperto, al Censer, del 17 febbraio, è stato chiaro: la convenzione è il problema che «va scardinato». Tuttavia, come a più riprese ha rimarcato, il Comune non può accollarsi debiti altrui, perché l'Iras è un ente autonomo e tutto deve essere fatto attraverso i paletti della spesa pubblica e delle perizie. Perizie, appunto, che possono stabilire anche il quanto della spesa per la restituzione dell'intero immobile. Su Casa serena, del resto, è ancora in piedi il progetto dell'Ater, da due milioni, per utilizzarne una parte per il cohousing. Il Comune ha una posta di bilancio di 3,2 milioni per mettersi al riparo. Il cerchio sembra chiudersi. Si tratta solo di capire le cifre che Comune e Iras si accolleranno, ma la strada sembra tracciata.

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