Risparmi e liquidazione investiti nella casa fantasma. E nessuna giustizia

Risparmi e liquidazione investiti nella casa fantasma. E nessuna giustizia
FELTRE - Aveva investito la sua liquidazione e i risparmi per realizzare la casa dei suoi sogni in via Rodai al Boscariz, ma è finito in una maxi-truffa. I soldi, 102mila...

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FELTRE - Aveva investito la sua liquidazione e i risparmi per realizzare la casa dei suoi sogni in via Rodai al Boscariz, ma è finito in una maxi-truffa. I soldi, 102mila 400 euro, non li rivedrà più. L'abitazione non è stata realizzata. Ma quel che è peggio è che non può sperare nemmeno in una condanna definitiva per il truffatore. Enrico Marin, 76enne originario di Bassano, per anni a San Giuliano Terme (Pisa) per lavoro ma ora residente a Feltre, non si è nemmeno costituito parte civile nel processo. Non può contare sulla giustizia.




«Giudichi lei - dice dopo aver deposto ieri in Tribunale a Belluno - questa persona non ha speso nemmeno i soldi della benzina per venire oggi in aula a Belluno. Io ci ho rimesso anche quelli».  Alla sbarra c'è Daniele Corso, 46enne di Fonzaso, già legale rappresentante della Edilcorso srl, impresa edile con sede in via Castaldi, dichiarata fallita il 9 gennaio 2014 con un passivo di 2milioni 311mila euro. È accusato di truffa semplice. Secondo  quanto ricostruito dalla Procura non ci sarebbero aggravanti nel comportamento dell'imprenditore che chiese, in diverse tranche versate dal pensionato tra il 7 settembre 2011 e il 5 gennaio 2012, il totale di 102mila 400 euro. I soldi dovevano servire per l'acquisto del terreno e l'avvio del progetto per casa Marin. In realtà Daniele Corso non solo non avrebbe mai acquistato il terreno, ma avrebbe anche depositato le fatture in banca, per ottenere l'anticipo dall'istituto di credito. Enrico Marin si accorse del raggiro quanto la banca iniziò a chiamare lui chiedendo conto del mancato saldo di quelle fatture. Ha rischiato, per assurdo, di dover sborsare due volte i 102mila euro.


Un paradosso che, fortunatamente, è stato evitato. «Quando la direttrice ha sentito che avevo già dato i soldi a Corso è quasi svenuta», ha detto ieri al giudice il pensionato, rispondendo alle domande del pm Gianluca Tricoli. L'imputato non c'era: era rappresentato dall'avvocato Giuseppe Fantauzzi (studio Davide Fent). Nella prossima udienza, il 15 gennaio, è previsto che racconti la sua verità, se si presenterà. Ma tanto lui si salverà in ogni caso: a luglio arriverà la prescrizione del reato. «Sono stato l'unico a presentare querela - ha spiegato il pensionato con una vita nell'esercito -, tanti altri hanno rinunciato in partenza. Oltre al denaro perso, al quale ormai non penso più, ci ho rimesso anche 17mila euro di avvocato e la giornata di oggi. E mentre io cercavo di recuperare i miei soldi, dando la caccia all'imprenditore che non si vedeva più in giro e non rispondeva alle mie chiamate, vedevo sua moglie andare al lavoro sua un Suv da capogiro». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino