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CARBONERA (TREVISO) - Prezzo del gas alle stelle: la cartiera di Mignagola sta valutando la possibilità di fermare la macchina a ciclo continuo. Al momento non ci sono conferme ufficiali. Ma la voce circola tra chi lavora nello stabilimento della Mosaico Spa. Al momento non è stata presa alcuna decisione hanno precisato ieri sera dal gruppo Burgo, che controlla la stessa Mosaico. Il piano messo a punto per ridurre la produzione di carta e di conseguenza tagliare le maxi bollette prevedrebbe lo stop della macchina continua per almeno 10 giorni. Il blocco potrebbe andare dal 16 al 25 settembre. Nello stabilimento di via Duca d'Aosta viene prodotta in particolare carta per imballaggi e per alimenti. Si può arrivare fino a 62mila tonnellate all'anno. La macchina principale può sfornare fino a 750 metri di carta al minuto. Il punto è che è spinta da una centrale termica e da un motore endotermico. E l'impennata del costo del gas è ormai arrivata a mettere in crisi la sostenibilità del sistema.
IL SUMMIT
Stando a quanto si è appreso fino ad ora, la cartiera Mosaico potrebbe ridefinire i turni senza necessariamente ricorrere alla cassa integrazione.
LISTINI ALLE STELLE
Nemmeno due settimane fa Bruno Zago, patron della Pro-Gest, colosso della carta e degli imballaggi con quartier generale a Istrana, aveva paventato un aumento dei listi del 30% proprio per far fronte all'aumento del prezzo del gas. E pochi giorni fa, alla fine di agosto, la Slc-Cgil aveva messo in guardia tutti sul rischio di fermi produttivi nelle fabbriche della carta, della stampa serigrafica e degli imballaggi. La situazione è delicata. Sono oltre 27mila le persone che lavorano nel settore della produzione della carta in tutto il Veneto. «Nelle fabbriche del nostro territorio serpeggia una inquietudine rispetto alle condizioni in cui ci troveremo a causa dell'impennata dei costi energetici aveva sottolineato Nicola Atalmi, segretario generale Slc-Cgil del Veneto le fabbriche del settore della carta, stampa grafica e degli imballaggi, particolarmente energivori, rischiano di doversi fermare perché i costi dell'energia arriveranno a portare in perdita la produzione». Adesso i nodi stanno arrivando al pettine.
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Il Gazzettino