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Lo studio della Cgia di Mestre fornisce i numeri. Che però sono freddi. Luca Pagnucco, titolare di una ditta leader nel mercato del noleggio con conducente, invece, è la voce di chi soffre. La testimonianza viva (ma ci sono anche dei numeri, a dire il vero drammatici) di chi con il caro gasolio deve lavorarci e farci i conti tutti i giorni. Ed è una storia di guadagni “bruciati”, operazioni se va bene in pareggio e denti stretti per non saltare per aria. Per resistere fino a quando (e se) la bufera sarà passata. «Dobbiamo innanzitutto ricordare - spiega il socio della ditta Fvg Business class - che l’aumento del prezzo dei carburanti è iniziato già alla fine dello scorso autunno. Nel 2019, poi, si trovava il gasolio anche a 1,4 euro al litro, per poi passare a quota 1.70. Tutto ancora gestibile, fino all’impennata». E qui arriva il primo caso simbolico citato dal titolare dell’azienda di noleggio con conducente. «La mia azienda - spiega Pagnucco - ha in dotazione due tessere per il carburante. Hanno a disposizione un plafond da 2mila euro ogni 15 giorni. Il 10 giugno, per la prima volta dopo 15 anni di attività in questo territorio, è stato raggiunto il plafond con cinque giorni d’anticipo. Un autista mi ha chiamato perché non riusciva a mettere il carburante nel serbatoio dell’auto. E questo è accaduto non perché io abbia fatturato di più rispetto al passato». Anzi, è esattamente l’opposto. «Nel 2019 - illustra ancora il titolare della ditta di noleggio con conducente - fatturavo circa il 20 per cento in più rispetto ai numeri attuali e il plafond delle tessere per il carburante non lo superavo mai».
LA CRISI
Per la prima volta in 15 anni, quindi, l’imprenditore è stato costretto ad aumentare il plafond a 3mila euro, sperando che basti. Poi ci sono i numeri più drammatici, quelli con i quali si dovranno fare i conti alla fine dell’anno, in fase di bilancio. Il gasolio, infatti, per un’azienda come la Fvg Business class ha un’incidenza del 30 per cento sul singolo servizio. «E il mio margine - spiega sempre Pagnucco - è diminuito di altrettanto rispetto al passato».
Di fronte all’imprenditore (di ogni imprenditore del settore, in questo momento) c’è solamente il lavoro per sopravvivere. «Sono stato costretto ad aumentare i prezzi - spiega il socio dell’azienda di trasporto -, ma non quanto mi sarebbe servito per mantenere ad esempio lo stesso margine di prima.
Il Gazzettino