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VENEZIA - Il Carnevale a metà, quello della ripartenza post-covid può segnare uno spartiacque tra un prima e un dopo. A spiegarlo è chi, con quella festa, ci lavora, come Raffaele Dessì, dell'atelier Pietro Longhi: «Dall'11 febbraio, con la graduale riapertura, tutto sarà più facile, perciò lavoriamo tanto. Abbiamo organizzato tante manifestazioni, sarà un Carnevale senza megaeventi, ma vicino a quello che abbiamo conosciuto in passato, con feste per strade, cose più piccole, organizzate da veneziani per veneziani».
CULTURA E CAMPI
Per Dessì la chiave di volta è la cultura: «Era una vita che desideravamo lavorare sulla qualità, regalando un momento culturale, divertendosi. La mole di lavoro rimane gigantesca per le organizzazioni varie, ma i guadagni sono compressi rispetto al passato. Una parte rimane, ma non ci sono i fatturati dei Carnevale doro. Serve però acculturare la grande massa, perché se offri roba orrenda la gente chiederà quella. Se invece si offrono cose differenti, puntando in alto, allora si riesce a rieducare alla qualità». Concetto che anche Gianni De Checchi, Confartigianato, esprime: «Sono daccordo nelladottare limpostazione culturale, va nella direzione che abbiamo sempre voluto. Anche perché, si sa, la quantità è inversamente proporzionale alla qualità. È positivo un Carnevale, anche se limitato nelle forme e assembramenti, che dica al mondo che Venezia ha la sua festa». Il segretario della associazione prosegue spiegando lattività prevista: «Faremo una mappa della città, con indicate le attività che creano maschere, costumi, e gli artigiani. Inoltre, avremo percorsi social con micro video».
SENZA PALCO IN PIAZZA
Ottime aspettative anche per Claudio Vernier, rappresentante degli esercenti di piazza San Marco: «Penso che avremo una bella sorpresa, meteo permettendo. Questo Carnevale potrà avere benefici maggiori rispetto a quelli a cui eravamo abituati. Lassenza del palco, che non ci è mai piaciuto, consentirà una vita più partecipata, in cui le realtà della zona potranno esprimersi.
Dal rappresentante degli albergatori partono anche segnali positivi verso la ripresa culturale: «I due fine settimana saranno strapieni, ma non gli hotel. La cultura muove feste di palazzo, maschere di qualità e hotel di lusso, perciò una rivisitazione in chiave culturale non è sbagliata, anche perché i nostri campi sono un palcoscenico a cielo aperto». Di diverso avviso Ernesto Pancin, segretario dellAepe (esercenti), che mette le mani avanti: «Grazie a Vela e Comune che si sono impegnati, lauspicio è che sia di slancio per far ripartire la città con lavoro vero. Perché cè poco da parlare e tanto da pregare che arrivi qualcuno. Le aziende sono allo stremo, leconomia locale versa in una situazione tragica, quindi serve di tutto pur di lavorare. Mi auguro che tutti si mascherino, chi arriva in città dimostri la voglia di ripartenza».
IL COMUNE
Che il Carnevale sia considerato il punto della ripartenza della città, lo spiega bene l'assessore al Turismo, Simone Venturini. «Abbiamo lavorato molto, di concerto con una serie di altri enti anche statali per mettere in piedi questa edizione - spiega - nonostante le criticità evidenti a tutti. Il sindaco lo aveva detto ancora a Natale che l'obiettivo era fare Carnevale in presenza ed era importante non far spegnere quest'anno il Carnevale e soprattutto andava fatto passare il messaggio che a Venezia si sarebbe fatto. Così si apre la strada alla vera ripartenza della città con marzo e aprile. Sarebbe stata più timida senza Carnevale». Ma questo Carnevale è anche qualcosa in più. «Dimostriamo che si possono tenere insieme i valori della sicurezza con la voglia di ripartire - prosegue Venturini - con un grande impegno organizzativo e nell'individuare soluzioni. Crediamo di essere riusciti a realizzare una buona edizione garantendo un buon prodotto capace di raccontare Venezia a un pubblico internazionale e dedicato anche molto ai suoi cittadini. Anche per ritrovare un'atmosfera più leggera rispetto ai ultimi due anni. Venezia è sempre in moto ed questo è il prologo di una stagione molto impegnativa, che ci darà anche molte soddisfazioni in termini di presenze ed eventi internazionali. Prenotazioni? È ancora presto, la gente aspetta l'ultimo momento, ma l'aver fatto girare il programma è una garanzia in più per i nostri operatori del turismo. In questi due anni - conclude - la città ha mostrato di essere una città sicura, non ci sono stati picchi di contagio sopra la media quindi si arriva all'appuntamento una certa fama guadagnata nel 2021, poiché la comunicazione del prodotto è ormai importante quanto il prodotto». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino