Torna il "Ballo del doge", l'organizzatrice: «Finalmente sarte, costumisti, scenografi e chef riprendono a lavorare»

Antonia Sautter organizza il ballo del doge
VENEZIA - Nel contesto di un'edizione del Carnevale in cui gli eventi all'aperto, in città, saranno giocoforza più contenuti e diffusi, ridimensionando...

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VENEZIA - Nel contesto di un'edizione del Carnevale in cui gli eventi all'aperto, in città, saranno giocoforza più contenuti e diffusi, ridimensionando cortei, voli ed assembramenti, a riproporsi in presenza ai suoi ospiti selezionati dopo un anno di stop forzato, sarà il gala in costume d'epoca "Il ballo del doge". Guidati dalla carta del Jolly, l'attesissima 29esima edizione tornerà in scena il 26 febbraio. «Si alzi il sipario, si accendano i riflettori: è tempo di rinascita», il messaggio esortativo che Antonia Sautter, l'anima creativa dell'evento, lancia per annunciare il ritorno nell'abituale ambientazione dei saloni di palazzo Pisani Moretta dell'appuntamento più glamour ed esclusivo del Carnevale veneziano. Progetto che è potuto partire non appena la situazione sanitaria si è un po' alleggerita.

SERVE FIDUCIA
«Ora siamo in piena attività - commenta Sautter - per partire c'era bisogno di fiducia nel futuro, perché la creatività, che è progettualità, è alimentata anche dalla certezza». E in merito ad un'edizione di singoli eventi, in location più private che pubbliche, afferma: «Penso che il fatto di non aver cancellato il Carnevale sia una buona cosa. È ovvio che rimaniamo guardinghi ma è giusto ricominciare, anche se in punta di piedi. Ai privati è affidata una grande responsabilità, alla quale devono saper rispondere con entusiasmo "ci siamo". In questi giorni alle prese con i preparativi, Sautter sottolinea come in ogni palazzo dove saranno ospitate feste palpiteranno tanti cuori. Sarà ancora una volta un Carnevale con la mascherina, «come se le piazze si fossero trovate ad indossarne una, coprendosi», con riferimento all'annullamento di tanti tradizionali appuntamenti all'aperto. Ma, nonostante tutto, «la vera forza di questo splendido Carnevale c'è ancora e quanto prima ritornerà a brillare». La decisione di mandare in scena la nuova edizione del suo ballo è stata a lungo pensata, arrivando alla conclusione che fosse giusto dare un segnale. Insomma, non darsi per vinti. Certo, precisa l'imprenditrice, il tutto si svolgerà nel rispetto delle norme e del distanziamento, con una minuziosa attenzione al benessere degli ospiti, ai quali sarà proposta anche una cena placée.

EVASIONE MA IN SICUREZZA
Evasione in sicurezza, dunque, sembra essere il motto di un ballo all'insegna del Green pass e di dispositivi di protezione che dovranno essere indossati però solo in alcuni momenti della serata. E il ritorno del Ballo del doge esprime un ulteriore valore: segnare la rinascita e la voglia di resilienza di una macchina artistica che abbraccia i numerosi settori del mondo dell'intrattenimento. Sarte, costumiste, scenografi, coreografi, fino al mondo del catering, con chef e personale di sala; tutti professionisti tra i più penalizzati dall'emergenza sanitaria, che hanno bisogno di tornare a comunicare la loro arte. «L'azienda non avrà forse un ritorno economico per questo Carnevale, ma d'altronde o si rischia o non si è imprenditori. Quella che non mira solo esclusivamente al profitto è la vera imprenditoria etica. Le mie sarte ora lavorano ed io sono felice di tornare ad impiegare i miei collaboratori. Mi sono impegnata a farlo e non voglio abbandonarli».


Gli ospiti, quest'anno meno internazionali (a causa di alcuni viaggi ancora complicati) ma più europei ed italiani, saranno meno numerosi delle precedenti edizioni. Difficile fare una proiezione di quanti effettivamente essi saranno in vista dell'attesa serata, in quanto fra conferme e disdette non ci sono ancora certezze. Di sicuro c'è che coloro che in questi giorni stanno facendo arrivare le prenotazioni, indosseranno abiti e costumi d'alta sartoria, riproduzioni fedeli a quelli di un tempo, curati nei dettagli e rigorosamente confezionati a Venezia. «Promuovere l'alto artigianato made in Venice è un altro segnale forte di fiducia e di rinascita verso la mia città - conclude Sautter -. Quest'anno ci confronteremo con una modalità diversa di lavoro, ma dobbiamo trasformare quello che abbiamo in qualcosa di positivo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino