Carne halal, i bengalesi pensano a una richiesta formale

Non solo bengalesi, anche altre famiglie mussulmane sono intenzionate a firmare la richiesta per la carne halal nelle mense scolastiche
MESTRE - Loro, i bengalesi ma anche altri musulmani che hanno figli che frequentano la “Giulio Cesare” faranno il passo formale con una lettera a dirigente della...

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MESTRE - Loro, i bengalesi ma anche altri musulmani che hanno figli che frequentano la “Giulio Cesare” faranno il passo formale con una lettera a dirigente della scuola e al Comune. Ma, per Ca’ Farsetti, la vicenda è di fatto già chiusa. Definitivamente: «C’è già ampia possibilità di scelta per i cinque pasti settimanali a scuola. L’integrazione passa anche attraverso il mangiare insieme fin da piccoli» taglia corto l’assessore alle Politiche educative, Paolo Romor. Ha visto decine di famiglie dell’istituto comprensivo “Giulio Cesare”, delle medie e soprattutto dell’elementare “Cesare Battisti”. E ieri mattina Kamrul Syed, portavoce della comunità bengalese mestrina al centro delle polemiche per la richiesta di alcune famiglie di inserire carne halal nei menù delle mense scolastiche, ha incontrato una cinquantina di mamme e papà nella sede della sua associazione in via Aleardi. Risultato: nel giro  di una settimana partirà la richiesta, messa nero su bianco, di trovare nel piatto la carne “halal”, cioé macellata secondo il rituale ritenuto lecito dal Corano (gli animali devono essere coscienti al momento dell’uccisione che deve essere procurata recidendo la trachea e l’esofago, fino al dissanguamento completo dell’animale). «Dateci solo il tempo di firmare, non sappiamo ancora quanti aderiranno, ma saranno parecchi - spiega Kamrul Syed -. Davvero non riusciamo a capire dove sta il problema: non siamo più “ospiti” di questo Paese, ma “abitanti” che vivono e lavorano qui da anni. E, come abitanti, abbiamo il diritto di chiedere». E a chiedere la carne halal non saranno a questo punto solo i bengalesi, perché il caso esploso domenica scorsa sulle pagine del Gazzettino che ha riportato quanto emerso durante quella riunione alla “Cesare Battisti” di via Cappuccina, dove è emersa l’esigenza di una “dieta religiosa” chiesta da alcune famiglie delle prime classi, ha di fatto polarizzato anche le altre comunità musulmane presenti in città che hanno figli che frequentano questa scuola. 

LE ADESIONI
Conferma Syed: «Abbiamo già ricevuto dei segnali importanti da parte di altri musulmani che si uniranno alla nostra richiesta. Del resto, se la mensa di questa scuola è frequentata da un 30-35 per cento di alunni di fede musulmana, non vedo che problema ci sia per chi gestisce il servizio di procurare qualche chilo di carne halal aggiungendola agli altri menù. Ci sembra una richiesta legittima che sottoporremo alla direzione della scuola e anche al Comune, mentre riteniamo assurdo tutto il polverone che si è alzato attorno a questo argomento, con politici che sono intervenuti in Comune, in Regione e perfino a Roma. È un problema che riguarda solo i musulmani? - chiede il portavoce della comunità bengalese - Perché nessuno è mai intervenuto sulle abitudini alimentari delle altre fedi».
CHIUSURA TOTALE

Una levata di scudi che si scontra con i toni sempre morbidi che la comunità bengalese ha avuto in città, anche durante il braccio di ferro sulla chiusura dei centri culturali-moschee di via Fogazzaro e di via Mestrina. «Tra qualche giorno la richiesta sarà depositata con tutte le firme» conclude Kamrul Syed, ma da Ca’ Farsetti l’assessore alle Politiche educative Romor esclude già qualsiasi possibilità di mediazione sull’introduzione della carne halal nelle mense scolastiche: «Mettiamo un punto fermo - è la risposta di Romor -. Con 13 menu diversi c’è già ampia possibilità di scelta per i cinque pasti settimanali. L’integrazione passa anche attraverso il mangiare insieme fin da piccoli. Per il Comune di Venezia la vicenda è definitivamente chiusa».
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Il Gazzettino