Treviso. Mancano 120 medici, l'Usl: «Li troveremo. Avevamo perso 71 dottori e ne abbiamo già assunti 110»

TREVISO - Quello della dermatologia è il primo servizio dell’Usl della Marca che verrà riorganizzato a causa della carenza di specialisti. Si punta sulla...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

TREVISO - Quello della dermatologia è il primo servizio dell’Usl della Marca che verrà riorganizzato a causa della carenza di specialisti. Si punta sulla tele-medicina e sul consulto da remoto negli ambulatori dei medici di famiglia o a domicilio. Negli ospedali trevigiani mancano in tutto 120 medici (il 20% al Ca’ Foncello e l’80% negli altri ospedali). I buchi più grandi sono tra pronto soccorso, anestesia e rianimazione, radiologia, ginecologia, pediatria e psichiatria. Ma se in questi settori di riesce ancora a tamponare con specialisti “a gettone”, sul fronte della dermatologia si è già arrivati al limite. «Non si trovano specialisti. È già certo: ne escono 3 o 4 all’anno. E così bisogna individuare sistemi organizzativi diversi – spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl – ora stiamo definendo le modalità per il tele-consulto, anche attraverso un accordo con i medici di famiglia».


IL PIANO
L’idea è di prevedere orari specifici per consentire ai pazienti di accedere all’ambulatorio del proprio dottore di base garantendo un collegamento da remoto con un dermatologo per valutazioni via webcam. E c’è pure l’ipotesi di programmare interventi a domicilio di operatori dell’Usl per verificare le singole situazioni e poi riportarle al dermatologo, anche attraverso foto. «Nei settori per i quali al momento non si trovano specialisti – sottolinea il direttore – è importante sviluppare organizzazioni alternative con il supporto del tele-consulto e dell’intelligenza artificiale». L’obiettivo è ottimizzare le cose “sfruttando” al meglio i medici in servizio.


IL RECLUTAMENTO
L’Usl intanto non smette di cercare camici bianchi. Anche stranieri: solo ieri pomeriggio c’è stato un colloquio con un’anestesista proveniente dall’Argentina. «Dobbiamo superare questo periodo difficile: alla fine del 2024 non dovrebbe più esserci il nodo della carenza di medici. Insomma, c’è una luce in fondo al tunnel – fa il punto Benazzi – da parte nostra c’è la massima disponibilità ad assumere: portateci medici e li assumiamo all’istante. Il problema è che oggi proprio non si trovano». Le difficoltà toccano anche gli infermieri. Oggi le graduatorie dell’Usl sono esaurite. È già pronto un bando a tempo determinato per i 90 neolaureati che dovrebbe uscire dall’università a dicembre. «Ma comunque contiamo 180 gravidanze. E di conseguenza resterà un buco di 90 infermieri – allarga le braccia il direttore generale – solo l’aumento del numero di medici e infermieri previsto per la fine del 2024 ci darà la possibilità di garantire il turn-over in toto, gravidanze comprese».


CONCORSI E NUMERI
La situazione è ben descritta dai numeri degli ultimi concorsi per infermieri: nel 2019 c’erano 1.076 candidati per l’Usl trevigiana, l’anno scorso solo 174. Benazzi indica l’origine del nodo della carenza di medici nel patto di stabilità del 2011 reso operativo da Monti. Era l’epoca della spending review affidata a Enrico Bondi. Il blocco della spesa per il personale a quella del 2004 meno l’1,4% di fatto non ha consentito di sostituire al meglio i medici nati tra il 1953 e il 1956 e andati in pensione prima del Covid. Dopo il 2019 si è aperto alle assunzioni straordinarie proprio per il coronavirus. «Ma a quel punto mancavano i medici per l’imbuto formativo – dice Benazzi – una tempesta perfetta. Non ci sono colpe. C’è da lavorare».


VERSO IL PRIVATO


Poi si è aggiunta la fuga nel privato da parte di vari specialisti, attirati anche dall’assenza di urgenze, notti, reperibilità e così via. «C’è ancora, anche se si è attenuata», specifica il direttore generale. In tutto ciò, comunque, l’Usl non è rimasta a guardare. Negli ultimi 3 anni ha risposto a 71 medici che hanno lasciato, tra dimissioni e pensionamenti, assumendone 110 (+39). Discorso simile per gli infermieri: 1.041 assunzioni a fronte di 861 cessazioni (+180). E anche per gli oss: 534 assunzioni contro 286 cessazioni (+248). Ma ancora non basta, soprattutto in alcune specialità. «Puntiamo ad accoglie i nuovi medici alla fine del 2024 per poter avere un po’ di tranquillità del 2025 – conclude Benazzi – e per poter poi riempire le nuove Case della comunità (i super-ambulatori legati al Pnrr, ndr) che saranno pronte per il 2026» Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino