«Carcere affollato e teatro di violenze»

«Carcere affollato e teatro di violenze»
PADOVA -  Sovraffollamento di detenuti e carenza nell’organico degli agenti, ma non solo. Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di polizia...

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PADOVA -  Sovraffollamento di detenuti e carenza nell’organico degli agenti, ma non solo. Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria, ha fatto tappa anche a Padova.

«A Padova mancano oltre cento agenti - spiega Di Giacomo - il sovraffollamento è del settanta per cento, ma non sono gli unici problemi. La gestione della popolazione carceraria è sempre più difficile è ce lo confermano i dati che vedono una grande aumento di eventi critici come risse, violenze, suicidi e tentativi di suicidio, ma anche i sequestri di droga e di telefoni, un migliaio all’anno in tutta Italia». 
GESTIONE
Di Giacomo, a Padova con i colleghi Antonio Codirenzi e Leonardo Corrado, segretario e vice segretario regionale del sindacato, ha sottolineato come la composizione della popolazione carceraria sia un elemento che in alcuni casi ne rende più complessa la gestione: «La presenza della malavita nigeriana all’interno delle strutture di detenzione - continua Di Giacomo - è in aumento: negli ultimi anni è quasi triplicata, e si porta dietro un sistema di violenza molto diffuso. Torture e aggressioni sono metodi usati fuori come dentro il carcere, sia all’interno dell’organizzazione sia per imporre il proprio controllo».
SISTEMA
Di Giacomo e il suo sindacato chiedono per questo di adattare i metodi e gli strumenti: «Secondo noi il sistema di vigilanza dinamica, con l’apertura diurna delle celle, introdotto per andare incontro alle direttive europee contro il sovraffollamento, crea ulteriori difficoltà e contribuisce ad aumentare gli episodi di violenza: ogni giorno 28 agenti in tutta Italia devono andare in ospedale per violenze subìte sul lavoro, otto ogni mese nelle due carceri, casa di reclusione e circondariale, di Padova. Per questo pensiamo che in certi casi agli esponenti della “mafia nigeriana” debba essere riservato un trattamento diverso, come succede già per gli esponenti di altri tipo di malavita organizzata».

Lo stesso sindacato è molto duro con gli agenti che si rendono responsabili di comportamenti gravi: «Chi viola le regole mette in difficoltà tutti i colleghi e lede la stessa dignità del nostro lavoro: per questo le punizioni dovrebbero essere esemplari».
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Il Gazzettino