Carabiniere in malattia rapina la sala slot: finisce in manette a 56 anni

Carabiniere in malattia rapina la sala slot: finisce in manette a 56 anni
OCCHIOBELLO - Dalla divisa dell'Arma al passamontagna da rapinatore. Tra i due estremi una serie di difficoltà e di disturbi tra cui la ludopatia: sarebbe proprio...

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OCCHIOBELLO - Dalla divisa dell'Arma al passamontagna da rapinatore. Tra i due estremi una serie di difficoltà e di disturbi tra cui la ludopatia: sarebbe proprio questa la molla che il 10 aprile scorso lo avrebbe spinto a rapinare, coltello alla mano, la sala vlt di Occhiobello scappando con 5mila euro di bottino. Loris Boccardo, 56 anni, maresciallo dei carabinieri riformato per malattia, è finito in manette con l'accusa di rapina aggravata. Ad arrestarlo, martedì scorso, sono stati i suoi stessi colleghi: i militari di Rovigo, che per un mese hanno indagato su quel colpo messo a segno in pieno giorno nella sala slot Atlantic City della frazione di Santa Maria Maddalena, la frazione di Occhiobello a 4 chilometri dalla caserma ferrarese di Pontelagoscuro dove era assegnato come  maresciallo. I colleghi ancora stentano a credere che il 56enne la mattina del 10 aprile abbia attraversato in auto il ponte sul Po e sia entrato alle 10.45 a volto coperto nella sala slot puntando un coltello contro la cassiera per costringerla a farsi consegnare l'incasso. Eppure le indagini condotte dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Rovigo, coordinate dal pm rodigino Maria Giulia Rizzo, hanno portato proprio a Boccardo. 

LE INDAGINIGli inquirenti sono risaliti a lui dopo aver analizzato con cura i filmati delle telecamere di videosorveglianza che hanno immortalato sul luogo della rapina la station wagon dell'ormai ex maresciallo. L'uomo si sarebbe cambiato subito dopo la rapina: nei frame osservati decine di volte dai militari, infatti, Boccardo era vestito in modo diverso. «Non ho fatto niente», avrebbe detto ai colleghi che martedì lo hanno arrestato nella sua abitazione di Ferrara, dove sono state eseguite anche delle perquisizioni.
Sotto sequestro sono finiti due coltelli (a lama corta) che potrebbero essere compatibili con l'arma utilizzata durante la rapina, anche se le immagini non permettono un raffronto preciso. Adesso il 56enne è in carcere a Ferrara: il gip del Tribunale di Rovigo ha emesso infatti un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Durante l'interrogatorio con il giudice per le indagini preliminari Boccardo avrebbe ammesso la propria responsabilità chiedendo però di essere sentito anche dal pm. Nel frattempo i colleghi si chiedono cosa possa aver scatenato un gesto del genere. 
«Il fatto di indossare una divisa non ci preserva da errori commentano siamo uomini e possiamo sbagliare. Ci conforta però pensare che non ci troviamo di fronte a un criminale ma a una persona che stava vivendo un momento di difficoltà psicologica. L'Arma è un'istituzione seria, ma le persone possono sbagliare e fatti del genere non devono mettere a repentaglio la fiducia dei cittadini nei confronti dell'istituzione». Boccardo, divorziato e risposato, era un militare molto stimato: per vent'anni ha lavorato gomito a gomito con i magistrati della Procura di Ferrara visto che era a capo del Nucleo di polizia giudiziaria. Poi era passato all'Arma territoriale, al comando della caserma di Pontelagoscuro. Da un anno però aveva problemi, tanto da non essere più in servizio. Tra i disturbi anche la ludopatia. 

La settimana scorsa era arrivato il congedo per malattia, mentre i colleghi stavano mettendo insieme i tasselli che avrebbero portato all'arresto per rapina aggravata, il reato di cui ora dovrà rispondere di fronte al giudice.
Maria Elena Pattaro  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino