Associazione islamica acquista un capannone: scatta l'«allarme moschea». Il sindaco: semmai serve cambio di destinazione

Riunione di preghiera islamica in una foto di repertorio
LENDINARA - L’acquisto di un capannone da parte dell’associazione culturale musulmana di Lendinara fa tornare in auge il dibattito sullo spostamento del centro...

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LENDINARA - L’acquisto di un capannone da parte dell’associazione culturale musulmana di Lendinara fa tornare in auge il dibattito sullo spostamento del centro culturale già esistente, l’immobile però è a destinazione artigianale e spetterà al consesso cittadino decidere su eventuali cambiamenti. Il tema che l’anno scorso è stato al centro di un vivace dibattito in Consiglio comunale, in cui non erano mancate nette prese di posizione da parte della Lega e di Fratelli d’Italia, torna alla ribalta per il recente acquisto di un capannone da parte dell’associazione culturale Assalam che già gestisce il centro culturale, da molti chiamato “moschea”, attivo da anni in via Petrarca.



SPAZI AMPI

L’acquisizione di un immobile nell’area artigianale in via Marchefave, quello in cui si trovava la ditta Rital fino alla cessazione dell’attività a inizio anno, servirebbe a dare spazi più ampi per riunirsi alla comunità islamica, che a Lendinara è composta in buona parte da persone di nazionalità marocchina. Un’esigenza particolarmente sentita in occasione di festività religiose come la conclusione del Ramadan. L’anno scorso nel dibattito in consiglio comunale l’amministrazione aveva ricordato due punti fermi sulla questione. Nel 2017, nel primo mandato Viaro, l’ente locale aveva fissato dei requisiti per l’insediamento di luoghi di culto e associativi (anche di carattere sportivo), che devono essere collocati in aree servite da un’idonea viabilità e parcheggi. Un’altra scelta in quest’ambito è stato fatto nel piano urbanistico: nella terza variante al Piano degli interventi, approvata nel settembre 2019, è stato introdotto il divieto di realizzare centri di aggregazione religiosa nelle zone residenziali e produttive. Per questo tipo di insediamenti sono disponibili solo le zone F. Al di là di atti e provvedimenti che renderebbero difficile il trasferimento del centro culturale islamico in una sede più ampia, risulta che un dialogo tra amministratori comunali e associazione Assalam, rappresentata da persone ben integrate nella comunità e ormai cittadini italiani da molto tempo, sia attivo da anni e sia stato riattivato con un incontro nelle ultime settimane.

IL COLLOQUIO


Il sindaco Luigi Viaro conferma il colloquio e l’acquisizione dell’immobile, ma precisa che nelle condizioni attuali questo non può essere utilizzato come luogo di ritrovo perché la destinazione urbanistica è incompatibile. «L’immobile ha destinazione d’uso artigianale – spiega –. Eventualmente i proprietari dovrebbero richiedere un cambio di destinazione d’uso, che potrebbe essere inserita nella prossima variante urbanistica e dovrebbe passare al vaglio del consiglio comunale». Se l’associazione vorrà poter usare il nuovo capannone per gli incontri, dunque, servirà il benestare del consiglio. Allo stato attuale, riferisce Viaro, «non è stata presentata alcuna richiesta all’ufficio tecnico comunale per avviare un iter in tal senso».
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Il Gazzettino