In fiamme il cantiere delle Terme. L'ipotesi del rogo doloso

Un intervento dei vigili del fuoco
CAORLE - Le fiamme si sono sviluppate da più focolai all’interno del cantiere edile che avrebbe dovuto far sorgere le Terme di Caorle. Almeno quattro gli...

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CAORLE - Le fiamme si sono sviluppate da più focolai all’interno del cantiere edile che avrebbe dovuto far sorgere le Terme di Caorle. Almeno quattro gli incendi che ieri pomeriggio, verso le 18, si sono sviluppati lungo strada Traghete, alle porte di Falconera. È qui che, tra Terme e parcheggio, che aveva investito anche l’ex carabiniere Claudio Casella finito poi nel mirino degli investigatori per una lunga serie di indagini e che hanno portato il discusso imprenditore nei guai. 


LE FIAMME
Ieri pomeriggio all’improvviso sono apparse le fiamme nel cantiere chiuso oramai da tempo. A bruciare le sterpaglie che si sono impadronite dell’intera zona. Ben quattro i focolai che i vigili del fuoco, arrivati dal distaccamento di Caorle e di Portogruaro, hanno dovuto affrontare. Un incendio che ben presto ha impegnato le squadre a causa dell'estensione e delle sterpaglie che, a causa delle folate di vento, hanno sviluppato ulteriormente le fiamme. I pompieri hanno dovuto anche fare la spola con l’autobotte per rifornire d’acqua gli altri mezzi che sono rimasti impegnati in strada Traghete per affrontare il rogo. Per oltre un’ora i vigili del fuoco hanno dovuto circoscrivere l’area per poi spegnere definitivamente l’incendio. 
Un rogo quasi sicuramente doloso, sostengono i soccorritori. Del resto le fiamme si sono sviluppate su più fronti in una giornata afosa in cui i raggi del sole si sono solo intravisti. 


IL GIALLO


E allora chi potrebbe essere stato ad appiccare le fiamme e per quale motivo? Di certo quello è uno dei diversi cantieri edili finito nel mirino degli investigatori. Quel progetto del Villaggio delle Terme era partito proprio da Claudio Casella, ex carabiniere dei Ros originario di Lumezzane (Brescia), il quale, smessa la divisa, si trasforma in imprenditore. L’intenzione era quella di trasformare un complesso in abbandono, in pieno centro, in un polo del benessere termale. Il progetto in realtà non è figlio dell’attuale sindaco Luciano Striuli, ma delle Giunte precedenti. Peraltro in quel periodo, siamo agli inizi degli anni 2000, a Caorle si pensava di costruire almeno un milione e mezzo di metri cubi, arrivando a cementificare la laguna di Hemingway. In tutto il litorale peraltro in quel periodo c’erano progetti per complessivi 5 milioni di metri cubi e Caorle non voleva essere da meno. Però sul progetto delle Terme si scatena il putiferio, con l’opposizione, rappresentata dal Verde Marco Favaro, decisa a dare battaglia. E infatti il progetto si incaglia più di una volta e nel 2013 la Giunta di Striuli collassa. È in quel momento che salta fuori la storia che il sindaco è stato minacciato proprio perchè avrebbe intenzione di rivedere il progetto di Casella. Striuli ha sempre negato, ma i due consiglieri di opposizione, Marco Favaro e Alessandro Borin hanno ribadito che di minacce vere e proprie aveva parlato il sindaco, chiedendo loro aiuto. 
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Il Gazzettino