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FIUME VENETO - I due soci dell'azienda vitinicola Vigna Verde Srl, che dal 1973 operava in via Malignani a Fiume Veneto, hanno portato i libri in Tribunale perchè non avevano liquidità per pagare i debiti maturati con il Fisco e alcuni istituti di credito. Il 3 giugno è stato dichiarato l'autofallimento, affidato al giudice Roberta Bolzoni e al curatore fallimentare Alberto Poggioli. I creditori avranno tempo fino al 5 ottobre, data i cui è fissata l'adunanza, per insinuarsi nel passivo.
LA STORIA
La società, seguita nel suo percorso dall'avvocato Sergio Gerin, in passato aveva dato lavoro a una ventina di persone.
GLI ACCERTAMENTI
Sono seguiti cinque avvisi di accertamento fiscale, un debito con il Fisco di 1,2 milioni poi ridotto a poco più di un milione grazie ai benefici della definizione agevolata. Sono poi emersi ulteriori pagamenti in contanti, per i quali la sanzione da parte del Mef per la violazione delle normative antiriciclaggio deve essere ancora quantificata. Vigna Verde, una volta raggiunto un accordo con l'Erario per pagare il suo debito a rate, contava di farcela. Soprattutto perchè faceva affidamento sul contratto di cessione raggiunto con la società Cantina Vigna Verde. Ma la sanzione in arrivo dal Mef e i guai con il Fisco, la società che aveva affittato l'azienda si è tirata indietro chiedendo la restituzione di una caparra di 400mila euro.
LA DECISIONE
«Non c'era altra scelta se non chiedere l'autofallinento - ha spiegato l'avvocato Gerin - La vendita della società avrebbe consentito di far cassa e saldare il debito con l'Erario, ma anche con le banche. Purtroppo si è dovuta scegliere un'altra strada». Ieri nel capannone di via Malignani a Fiume Veneto è cominciato l'inventario dei beni.
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Il Gazzettino