Guida turistica canoviana: il "Viaggio in Italia" del giovane Antonio

Guida turistica canoviana: il "Viaggio in Italia" del giovane Antonio
Su Antonio Canova stanno fiorendo decine di veneti, iniziative e ovviamente libri in occasione del bicentenario della morte che cade il 13 ottobre di ques'anno. Il genio di...

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Su Antonio Canova stanno fiorendo decine di veneti, iniziative e ovviamente libri in occasione del bicentenario della morte che cade il 13 ottobre di ques'anno. Il genio di Possagno (1757-1822) diventa anche protagonista di una curiosa guida turistico-gastronomica "ammodernata" - con rigoroso rispetto dell'originale - che è stata curata dal docente vicentino Dario Borso (già autore della ricostruzione storica di "Ostaggi d'Italia") per i tipi di Prospero editore.

La storia

  Raggranellato un gruzzolo con la prima committenza importante, il giovane Canova a soli 22 anni partì da Venezia per un tour di nove mesi: da ottobre 1779 fino allla fine di giugno dell'anno successivo. Le sue méte furono Bologna, Firenze, Roma (dove poi si trasferirà per risiedervi stabilmente) e Napoli. Il suo diario di viaggio - i celebri Quaderni donati nel 1851 dal fratellastro di Antonio al museo civico di Bassano - ce lo fa apparire  bonario, disincantato, ma soprattutto curioso e non solo di scultura: dal cibo ai dipinti rinascimentali e barocchi che descrive e giudica senza troppe esitazioni, dai salotti nobiliari alle osterie e alle chiese.

Un libro di 210 pagine fra storia, curiosità (fra cui, ad esempio, la descrizione della processione penitenziale di un sodomita) e aneddoti che fanno di questo "Viaggio in Italia" un unicum nella letteratura che ha preso in esame e studiato il grande scultore trevigiano. 

Il curatore 

Dario Borso è un professore vicentino in pensione, ma tuttora attivissimo e grande "cacciatore di storie" più che storico. Docente di Storia della filosofia e di Estetica in due atenei di grande tradizione come la Statale e il Politecnico di Milano, lasciò la sua Cartigliano all’inizio degli anni Settanta per approdare nel capoluogo lombardo. E lì non solo ha mantenuto, ma ha sviluppato ed esaltato le sue radici venete tanto da studiare ogni opera dei grandi della nostra letteratura, dal suo conterraneo Luigi Meneghello a Goffredo Parise, fino ad Andrea Zanzotto, Mario Rigoni Stern e Giovanni Comisso, per citarne solo alcuni.

Proprio le ricerche storiche su Comisso  hanno ispirato “Ostaggi d’Italia” in cui Borso - che ha 70 anni ed è direttore della collana di Prospero editore "Prose alternative" - recupera e rielabora criticamente tre diari di prigionia.

 

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Il Gazzettino