SPRESIANO - Attenzione alla possibile presenza di esche avvelenate. E' il messaggio contenuto nei cartelli che il Comune disseminerà sulle grave del Piave per...
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TRAGICA STORIA
Le guardie eco-zoofile dell'Enpa l'avevano trovata legata a una catena in un recinto di una casa di Musile. Aveva lesioni alle orecchie ed era colma di pulci. «Così tante da renderla anemica», ricorda Daniela Trevisan, riferimento dell'Enpa. Era sopravvissuta solo grazie all'intervento del volontari dell'associazione che l'avevano strappata dal quel lager e portata nel canile di Ponzano. «E' rimasta in canile otto mesi continua Trevisan poi ha finalmente trovato una famiglia». Era stata accolta in casa da una coppia di Spresiano. L'altro giorno era andata a fare una passeggiata sulle grave del Piave, nella zona della strada delle Grentine, proprio assieme alla sua famiglia adottiva. I proprietari si sono accorti che Petra aveva addentato qualcosa tra i sassi. Si è subito sospettato fosse un'esca avvelenata. La famiglia l'ha portata in una clinica veterinaria, ma non c'era più nulla da fare.
ALLARME E DOLORE
«La storia di Petra è composta da tre anni di non vita e da un anno di puro amore tira le fila Trevisan troppo poco. Come può l'uomo essere così malvagio?». Adesso è scattato l'allarme bocconi avvelenati sulle sponde del Piave. Ieri il sindaco Marco Della Pietra ha contattato il servizio veterinario dell'Usl della Marca. E gli uomini della Polizia Locale hanno fatto un sopralluogo in località Palazzon. Per il momento non ci saranno ordinanze di chiusura dell'area volte a far partire una bonifica. Il Comune è pronto a fare tutto ciò che è nelle sue possibilità per provare ad arginare l'orribile fenomeno delle esche abbandonate.
Mauro Favaro Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino