Raccontano che alle tre di notte, mentre nella sede del Nazareno Lorenzo Guerini distillava il lungo elenco dei candidati, il ministro alla Giustizia Andrea Orlando sia...
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Uno sfregio ad Orlando, che peraltro ha appreso durante la lettura dei nomi di essere candidato non nella sua Liguria ma catapultato in Emilia Romagna, per colpire Martella? Di fatto un veto di Matteo Renzi, anche se Renzi ha negato («Non c'è stato alcun veto»), semmai solo questioni di deroghe per chi aveva già svolto tre mandati.
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Che lo strappo consumato al Nazareno sia stato pesante lo si evince anche dal comunicato del Pd veneto diffuso ieri pomeriggio per annunciare la riunione dell'esecutivo convocato per stamattina a Padova: Il gruppo dirigente ascolterà il resoconto delle concitate, travagliate e controverse trattative avvenute negli ultimi giorni a Roma. Tre aggettivi che rendono l'idea del clima. Anche perché pure in Veneto ci sono stati cambiamenti inaspettati di posizioni. Il primo è stato quello che ha riguardato il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, la cui candidatura è durata 18 ore: poco prima delle 21 Franceschini ha rinunciato ed è spuntato il ministro dell'Interno Marco Minniti. «Ho trovato più onesto rinunciare sia perché sarò candidato nel collegio uninominale di Ferrara e nel plurinominale in Romagna, sia perché trovo che Marco Minniti possa dare risposte dirette alla domanda di sicurezza dei cittadini del nord est», ha detto il ministri dei Beni culturali...
Il Gazzettino