CANARO - Sulla carta era un commerciante d’auto, titolare di una regolare partita iva, che acquistava usate in tutto il Nord Italia. Ma su quasi 500 vetture che negli...
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LE INDAGINI
L’indagine ha inizio appena un paio di mesi fa, quando i carabinieri del Nor di Treviso del comandante Andrea Caminiti perquisiscono la Golf di un trentenne nigeriano, fermato per un controllo nel quartiere di Santa Bona. L’uomo cerca di disfarsi di alcune dosi di cocaina, ma i militari se ne accorgono e lo arrestano dopo aver recuperato dal suo appartamento altri 10 grammi e 4.500 euro in contanti. Poi effettuano un controllo sull’immatricolazione della Golf. Scoprono che è intestata a un connazionale 41enne del rodigino. Niente di strano, sulle prime. Ma dopo ulteriori accertamenti si accorgono che anche altri 3 soggetti nigeriani, pure loro con precedenti per droga e tutti orbitanti nel Trevigiano, utilizzano autovetture intestate alla stessa persona. E così decidono di approfondire la posizione del 41enne che, nel frattempo, aveva pure chiuso la partita iva da commerciante, continuando però ad acquistare i veicoli, da privati, in tutto il Veneto e gran parte del Nord Italia.
SENZA ASSICURAZIONE
I carabinieri scoprono così che il nigeriano di Canaro risultava fittiziamente intestatario di 494 veicoli, 107 dei quali ancora in circolazione, «concessi in uso a connazionali dediti alla commissione di reati - sottolinea l’Arma -, prevalentemente nel campo degli stupefacenti». L’uomo, non sarebbe solo un prestanome, ma si sarebbe anche occupato direttamente delle compravendite, di sicuro con l’aiuto e la complicità di altre persone. Nel corso delle indagini è stato anche scoperto che i veicoli intestati al 41enne, che circolavano in tutto il Veneto, erano stati anche coinvolti in 76 incidenti stradali, ma che solo in 27 casi erano risultati coperti da assicurazione. Al termine degli accertamenti i carabinieri hanno notificato al 41enne 93 contravvenzioni per l’articolo 94bis del codice della strada (intestazione fittizia di veicoli), per un importo complessivo di 50mila euro. Con la richiesta di decreto di blocco anagrafico al Pra e alla Motorizzazione, non potrà più operare. Ora resta da capire per chi lavorasse, e se qualcuno prenderà eventualmente il suo posto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino