A 13 mesi rischia di morire soffocato, una pediatra lo salva in mezzo alla strada

L'intervento di un'ambulanza
CAMPOSAMPIERO (Pd) - Pediatra salva in extremis bimbo di 13 mesi. Il piccolo rischiava di morire soffocato per una ostruzione alle vie respiratorie ma la dottoressa, senza...

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CAMPOSAMPIERO (Pd) - Pediatra salva in extremis bimbo di 13 mesi. Il piccolo rischiava di morire soffocato per una ostruzione alle vie respiratorie ma la dottoressa, senza perdersi d’animo, ha praticato all’esterno del suo ambulatorio provvidenziali manovre di emergenza. Il bambino ora è a casa, a San Giorgio delle Pertiche, in buona salute. È accaduto ieri mattina, davanti all’ambulatorio di via Puccini. È la stessa pediatra, Maria Chirco, a raccontare la storia che l’ha vista coinvolta. «Quando è arrivato nel mio studio - afferma la dottoressa, moglie del primario di Urologia Giuseppe Cosa all’ospedale di Camposampiero - il bimbo era già in condizioni critiche in quanto respirava male. Aveva 39 di febbre e aveva passato una notte difficile. Ad un certo punto ho visto il piccolo “spegnersi”, non respirava più. Tra le braccia della mamma, ha cominciato ad avere delle convulsioni. Le sue condizioni sono subito peggiorate. A questo punto, di fronte a una sincope febbrile dovuta all’occlusione delle vie aeree per rigurgito, forse anche a causa di un po’ di catarro, ho pensato di uscire dall’ambulatorio per fargli respirare aria fresca». In sala d’attesa c’era tanta gente che ha assistito al disperato tentativo di rianimare il bimbo. «Il piccolo - continua la pediatra - aveva gli occhi sbarrati. Ho immediatamente iniziato a praticare le manovre salvavita di respirazione naso e bocca, e il bimbo ha avuto un rigurgito. È stato un momento solo, però, in quanto non dava altri segnali positivi. La madre era nel panico - ammette la pediatra - e a quel punto, considerato che l’ambulanza non arrivava e le labbra del bimbo erano diventate nere, mi sono decisa a praticargli un massaggio cardiaco. Ho ripetuto la respirazione bocca e naso e, miracolo, gli occhietti del bimbo si sono mossi appena, i polmoni si erano liberati e c’erano segni di vita». La dottoressa Chirco quasi si commuove a ricordare quegli istanti di altissima tensione. «Arrivata l’ambulanza (chiamata nel frattempo, ndr), il bambino, ormai fuori pericolo, è stato trasportato prima all’ospedale di Cittadella e successivamente a Padova, da dove è stato dimesso ed è potuto tornare a casa». Maria Chirco, la pediatra di origini siciliane che lavora da molti anni a Camposampiero dove è conosciuta e apprezzata, non vuole nessuna menzione particolare per il salvataggio del piccolo perchè dice di «aver fatto solo il suo dovere». 

«Se non si agiva tempestivamente il bambino avrebbe davvero potuto non farcela perchè i pronto soccorso pediatrici di Cittadella e Padova sono lontani da Camposampiero- afferma la pediatra - ed è proprio per questo motivo che io mi auguro, con tutto il cuore, che venga salvaguardato il reparto di neonatologia intensiva del reparto di pediatria nel nostro ospedale di Camposampiero. Qui la politica non c’entra nulla- precisa la dottoressa Chirco- parliamo solo di salvare delle vite a piccole creature. Spero che con il nuovo primario al Pietro Cosma il reparto rimanga d’eccellenza com’era fino a poco tempo fa».
Luca Marin
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Il Gazzettino