Il campeggio costruito per i Mondiali del '90 e mai aperto, dopo 30 anni punta a ospitare i turisti della ciclovia Alpe Adria

Il campeggio costruito per i Mondiali del '90 e mai aperto, dopo 30 anni punta a ospitare i turisti della ciclovia Alpe Adria
Se c'è una storia che, a Udine, rappresenta concretamente la locuzione “pasticcio all'italiana”, è sicuramente quella del campeggio del Cormor, a...

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Se c'è una storia che, a Udine, rappresenta concretamente la locuzione “pasticcio all'italiana”, è sicuramente quella del campeggio del Cormor, a nord ovest della cittò, l'opera “fantasma” mai entrata in funzione, che adesso però potrebbe tornare a nuova vita. Costruito grazie alla pioggia di finanziamenti in occasione dei Mondiali di Calcio di Italia '90, costato circa 3miliardi di lire dell'epoca, e concluso ben tre anni dopo i Mondiali del 1990, avrebbe dovuto ospitare centinaia di turisti per le partite di calcio ospitate allo stadio Friuli e quelli a venire.

Ma in realtà, a parte qualche provvisorio tentativo (come quello dell'adunata degli Alpini nel 1996 e una gestione nel 1999 naufragata tra le polemiche e carte bollate), di campeggiatori non ne ha visto nemmeno uno. E, come se non fosse bastato lo spreco di denaro pubblico a rendere grottesca la situazione, da allora è stato al centro di polemiche e di un lunghissimo braccio di ferro tra Il Comune di Udine e il Comune di Pasian di Prato, anche vista la posizione del camping (ancora in territorio udinese, ma a poche centinaia di metri dal centro abitato di Passons), su competenze, mancate concessioni per gli allacciamenti fognari, destinazioni d'uso non condivise come l'ipotesi di trasferire nell'area il campo nomadi cittadino.

Il braccio di ferro, quasi 30 anni dopo, pare avviarsi verso una soluzione positiva: le due amministrazioni, infatti, l'anno scorso hanno riavviato il dialogo e venerdì firmeranno una convenzione per rilanciare la struttura e farla diventare luogo di alloggio e ristoro per il turismo lento, ossia i ciclisti che percorrono la ciclovia Alpe Adria che da Tarvisio scende fino ad Aquileia e Grado.

«Il campeggio, che ha subito diverse traversie, deve riprendere vita – ha detto ieri l'assessore al patrimonio, Francesca Laudicina, dopo la seduta di giunta in cui è stato approvato il protocollo d'intesa -. Siamo arrivati ad un accordo condiviso che definisce gli impegni dei due Comuni e un piano di marketing territoriale, grazie al quale si potranno sfruttare i bandi e i finanziamenti europei, che punta a valorizzare e a sistemare la struttura, per farla diventare un punto di riferimento per la mobilità lenta, cioè coloro che scendono lungo la ciclovia Alpe Adria e potranno così fermarsi a visitare Udine e pernottare in camping, che sarà utilizzabile con tende e attrezzato con piccoli bungalow. La convenzione con Pasian di Prato era necessaria per condividere una linea unitaria e omogenea: finalmente riusciamo a venirne a capo e a riportare il campeggio a quella che era la sua funzione originale».

Le tempistiche per il ripristino non sono ancora state definite. «Ognuna delle due amministrazioni – ha precisato Laudicina -, si è presa obblighi e doveri. Noi ci impegniamo a portare avanti anche tutte le infrastrutture necessarie (saranno fatti tutti gli allacciamenti, essendo privo ad esempio di collegamenti fognari ndr); Pasian di Prato, a favorire la messa in opera di tutte le strutture di tipo tecnologico necessarie. È importante, vista la vicinanza all'abitato, che il campeggio non vada ad incidere negativamente sulla vita dei residenti di Passons». A gestire la struttura rimessa a nuovo sarà il vincitore del bando di gara individuato nel 2013 che ha confermato la sua disponibilità

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Il Gazzettino