Campanili pendenti e chiese storte: ma come fanno a non crollare?

La chiesa storta di Ligosullo e il campanile pendente di Prato Carnico
LIGOSULLO e PRATO CARNICO (Udine) - Chiese con i muri storti e campanili pendenti. Ce ne sono diversi in Friuli con due casi eclatanti in Carnia. Uno è quella della...

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LIGOSULLO e PRATO CARNICO (Udine) - Chiese con i muri storti e campanili pendenti. Ce ne sono diversi in Friuli con due casi eclatanti in Carnia. Uno è quella della Parrocchiale di San Nicolò Vescovo, un edificio curatissimo, con arredi sacri e tre antichi altari perfettamente restaurati. Nel coro, a sinistra dell'altare maggiore, si vede la parte in muratura piegata all'esterno, nella parta più alta, in mezzo alla quale si apre una finestra. «La chiesa - spiega il sindaco, Giorgio Morocutti -, fu costruita in più fasi, come succedeva una volta. La nostra è terra di emigrazione e gli uomini riuscivano a impegnarsi nella sua costruzione solo al rientro dal lavoro all'estero, diciamo "a puntate". In base ai soldi che c'erano si portava avanti una parte di cantiere. La parete a sinistra, quella visibilmente storta, è una delle prima che furono erette, di tutto l'edificio sacro. Rimasta lì per qualche anno, ha cominciato a cedere. Siamo a metà del 1600. I mastri, al tempo, decisero che non era il caso di demolirla, perchè il lavoro non poteva andare perduto. Così la parente è rimasta al suo posto, con un contrafforte all'esterno, realizzato per non farla crollare. E nei secoli, in effetti, è sempre rimasta così, senza problemi di staticità; adesso rappresenta una peculiarità dell'edificio sacro, e il suo non essere "dritto" era ancora più evidente prima che venisse rifatto il pavimento della navata e la moderna bussola».


La chiesa di San Nicolò Vescovo, vero e proprio scrigno d'arte tra tele a olio, affreschi, altari di legno intagliato, colorato e dorato, candelabri, la mensa minuziosamente intarsiata, il battistero dorato, i mobili in legno della sagrestia e l'acquasantiera in pietra del 1958, è stata edificata, come si legge in un'iscrizione esterna, sopra il portale della facciata principale, tra il 1656 e il 1746: quasi un secolo. «Da qui qualche imperfezione che però non ha mai creato problemi statici all'edificio, poi abbellito con ogni sorta di arredo prezioso, dai quadri della Via Crucis al lampadario in vetro di Burano. Per i tempi fu un cantiere molto costoso e impegnativo». 

Il campanile pendente di Prato

A Prato Carnico, invece, c'è il campanile che pende, e pende proprio sulla strada che si percorre per entrare in Val Pesarina. Impossibile non notarlo, perchè sembra debba cadere da un momento all'altro. Invece è stabile e non ha alcun problema di tenuta. Il suo stato è dovuto al filone di gesso su cui poggia. Cosa è successo a questa torre? In base alla documentazione di archivio, sembra che il campanile pendente sia stato eretto nello stesso periodo in cui fu edificata l'antica chiesa parrocchiale, demolita poi nel 1859; la chiesa si ergeva vicino al vecchio cimitero. Il campanile è stato danneggiato dalle scosse del terremoto del 28 luglio 1700 e al tempo si resero necessari diversi lavori di restauro. Ma allora il campanile già pendeva perchè poggia, appunto, su un filone instabile di gesso. Subito dopo la sua edificazione si è "piegato" e si è assestato definitivamente. Non c'è pericolo di crollo: non a caso la strada che si snoda ai suoi piedi si percorre senza accorgimenti particolari, né c'è segnaletica che indica condizioni di scarsa sicurezza.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino