Si fa il campanile di San Marco in giardino: è alto 7 metri

Si fa il campanile di San Marco in giardino: è alto 7 metri
PORDENONE - «E speriamo che adesso non mi facciano anche pagare l'Imu!». Scherza così Guido Coassin, artigiano in pensione di 86 anni, e in effetti il rischio un po’...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PORDENONE - «E speriamo che adesso non mi facciano anche pagare l'Imu!». Scherza così Guido Coassin, artigiano in pensione di 86 anni, e in effetti il rischio un po’ c'è. Perché quel campanile di San Marco alto più di sette metri nel mezzo del suo cortile, quelle riproduzioni in scala della loggia del Municipio e della Santissima chiusi in teche sotto il porticato non hanno nulla da invidiare agli originali.








Fatti con decine, centinaia di migliaia di mattoncini pazientemente intagliati, li ricalcano nei minimi dettagli. Compresi, per la Santissima, i segni lasciati sui muri dalle alluvioni. E per realizzarli gli è bastato andare di persona, tante e tante volte, a osservarli, a contare le mattonelle, a prendere nota di tutto. E ci ha messo molto tempo: un paio d'anni per il campanile, il suo ultimo lavoro, festeggiato con una inaugurazione nello scorso mese di dicembre, con gli alpini e il parroco di Borgomeduna.



Qualcuno, addirittura, fece una maxi offerta per acquistarla: 300mila euro. «Ma io non la vendo neanche per un milione», assicura l'autore. E così, mentre spuntano le ipotesi più diverse su una possibile collocazione che le valorizzi, le tre opere restano lì, in fondo a una via periferica che corre lungo la ferrovia.





Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino