Ultimi rintocchi per La Campana? La storica osteria di Marghera rischia la chiusura

Ultimi rintocchi per La Campana? La storica osteria di Marghera rischia la chiusura
MARGHERA - Che La Campana, il locale che gestisce da più di 25 anni fosse prossimo a chiudere, l'ha scoperto da Internet. Per questo Maurizio Alberti, titolare, insieme...

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MARGHERA - Che La Campana, il locale che gestisce da più di 25 anni fosse prossimo a chiudere, l'ha scoperto da Internet. Per questo Maurizio Alberti, titolare, insieme alla moglie Monica Vianello, dell'osteria di via Catene 59/A a Marghera, cade dalle nuvole, quando gli si domanda, mentre si trova dietro al bancone, se stia per chiudere i battenti a dicembre. E non si spiega chi stia mettendo in circolazione queste voci, approdate fino all'altoparlante mediatico di Facebook che, nel gruppo Sei di Mestre se, ha dato per certa la notizia che un altro locale scomparirà. Sta di fatto, però, che il rischio di una chiusura della storica osteria della città giardino, esiste davvero e non lo nasconde neppure il gestore de La Campana. 

 

IN AFFITTO«Sembra che i proprietari dello stabile vogliano vendere tutta la palazzina e, quindi, non intendano rinnovare il contratto di affitto - spiega Maurizio - e potrei essere costretto a chiudere. Non è detto, però, che nei prossimi mesi non si riesca a raggiungere un accordo in modo da rinnovare il contratto». Chiusura non immediata, quindi, ma neppure smentita. Per Catene, la chiusura dell'osteria che prende il nome dal calco in gesso, pitturato di nero, della campana della chiesa di S. Giorgio a Chirignago che fa bella mostra di sè dietro il bancone segnerebbe la fine di un'epoca. Epoca iniziata negli anni Venti alcuni tavoli nelle sale interne dell'osteria riportano la data del 1926 quando il locale fu aperto con la gestione di Carlo Zamengo che ne assicurò l'apertura fino al 1993 quando subentrò Alberti. Gli anziani di Catene ricordano ancora le file di biciclette o di motorini assiepate davanti al locale: erano i turnisti di Porto Marghera che, sia che avessero fatto 6-2 o 2-10, non rinunciavano ad un piatto di trippa che sobbolliva tutta la giornata sui fuochi de La Campana o a un piatto di cappe crude o di caparossoi. «Dai primi anni in cui ho iniziato qui - ricorda Alberti - la clientela è cambiata. Prima venivano solo anziani da 75 anni in su, negli ultimi tempi solo persone tra i 45 e i 55 anni». A riprova, come dice lui stesso, la drastica diminuzione del numero delle epigrafi davanti alla porta. «Prima ne attaccavano due, tre al giorno, adesso - afferma - mi accade di rado». La vita, a La Campana, però, scorre sempre allo stesso modo: cicheti preparati freschi ogni giorno («Non ci serve mica il freezer») e prosecco al goto da un euro, ad innaffiare l'uso del dialetto quasi di rigore. Nelle salette interne, si può mangiare e il locale risulta anche tra i consigliati di Tripadvisor. Insomma, per Catene sarebbe un pezzo di storia che se ne va... «Ma quale storia, - ci scherza su Alberti - sa cosa ghe digo, morto un Papa, se ne fa un altro». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino