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SESTO AL REGHENA (PORDENONE) - Doccia fredda per i 130 dipendenti della sede di Sesto al Reghena di Came, multinazionale attiva nella fornitura di prodotti tecnologici per l'automazione di ambienti residenziali, pubblici e aziendali. Lo stabilimento, con sede in via Cornia, chiuderà nel giro di qualche mese e sarà sostituito da una nuova struttura che sta già prendendo forma nella zona industriale di Dosson di Casier, in provincia di Treviso, dove sorge il quartier generale dell'azienda. La ditta ha assicurato che il personale impiegato a Sesto composto per la gran parte da donne non perderà il proprio posto di lavoro. Una garanzia per molti non sufficiente per tirare un sospiro di sollievo, visti gli oltre 60 chilometri che separano il comune dell'abbazia da Casier, con tutte le conseguenze del caso. I lavoratori hanno appreso la notizia in questi giorni attraverso una lettera formale.
I SINDACATI
La questione è stata approfondita nel corso di un'assemblea che si è tenuta lunedì, in concomitanza con uno sciopero di tre ore da parte del personale.
L'AZIENDA
I vertici dell'azienda, nel riscontro dato al sindacato, si sono dichiarati disponibili a discutere, avviando un tavolo di lavoro per ridurre al massimo i disagi per i lavoratori. La data dell'incontro verrà definita nei prossimi giorni. Quasi tutti i dipendenti dello stabilimento di Sesto abitano in un raggio di 20-25 km rispetto al posto di lavoro, chi in provincia di Pordenone e chi nel vicino Veneto. Stando alle stime del sindacato, per ben il 95% di loro, con lo spostamento della sede a Cassier, la distanza e i tempi di percorrenza aumenterebbero di oltre il doppio. Il cantiere per la realizzazione del nuovo stabilimento è già avanzato e i lavori dovrebbero terminare tra febbraio e maggio del prossimo anno, ma il trasferimento, stando a quanto traspare dal gruppo Came, non avverrà prima dell'estate. Dei 130 dipendenti attivi a Sesto al Reghena, il 60% sono operai e il restante 40% tra impiegati e progettisti. L'idea dell'azienda è quella di riunire tutte le lavorazioni italiane e parte di quelle estere nel quartier generale trevigiano, nell'ottica dell'unificazione dei processi e della riduzione dei costi. Nello stabilimento verrà allestito anche un grande showroom. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino