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Burano, isola dei colori e dei merletti, un incanto in mezzo alla Laguna. E anche a tavola non si cade male, con due monumenti come Il Gatto Nero e Romano, da una parte il mitico Ruggero dall'altra gli eredi di Romano Barbaro, fra Laguna e tradizione. Da Romano, in aggiunta, c'è probabilmente la più bella mostra di pittura d'Italia in un ristorante: qualità e quantità, storia ed emozione, il racconto di un'epoca splendida e irripetibile. Alle spalle dei due mostri sacri spunta qua e là qualche altra attrazione golosa, dal Riva Rosa (con la sua spettacolare altana) a Primo, solo per citarne un paio, e senza dimenticare lo stellato e chiccosissimo Venissa, a Mazzorbo.
E poi c'è l'Osteria Al Museo, data di nascita 2018, da un'idea di Carlo Salini, una vita nella grande hotellerie veneziana e non solo (dal Bauer all'Orient Express) prima di accorgersi che quella esperienza era per lui al tramonto, che si era esaurito un percorso (parole sue) e aveva voglia di fare altro. Sentivo il bisogno di mettermi alla prova. Ha scelto Burano per la sua bellezza ma anche perché qui è capitata quella che gli è parsa un'occasione intrigante: «Mi incuriosiva il fatto che questo sia forse l'unico posto al mondo in cui la piazza principale, intitolata ad una gloria locale come Baldassarre Galuppi, è non solo staccata dalle attività più frequentate ma anche sempre deserta, nonostante ospiti sia il museo del merletto che la bella chiesa di San Martino.
Una volta acquisito e sistemato il locale, e dopo una partenza non felicissima, con qualche inevitabile errore di gioventù, adesso l'evoluzione delle cose promette bene e Al Museo ha tutto per diventare una piccola perla. A partire dalla cucina, dove ritroviamo nientemeno che Matteo Tagliapietra, per sei anni al Local a Venezia dove, meno di un anno fa, ha portato al ristorante della famiglia Fullin la tanto desiderata Stella Michelin. Ma non di sole stelle vive l'uomo e Matteo, appena raggiunto un traguardo che pure è nei sogni di tutti gli chef, ha prima scelto di fermarsi e prendersi una pausa, e poi ha preso al volo l'opportunità di lavorare in un contesto comunque stimolante ma a pochi minuti da casa. Matteo ripropone alcuni dei suoi classici: il suo Risotto di gò merita sempre l'assaggio e il viaggio (non proprio agevole dalla Terraferma, decisamente più comodo da Treporti), godibili le Cozze saltate, chili e cipollotto, golosa la Tartare di ricciola, avocado, cipolla rossa, cetriolo, sesamo e gel ponzu. Menu giustamente contenuto con un paio di proposte extra mare: il Pollo all'orientale, i Paccheri con ragù di cortile, un paio di opzioni vegetariane, un must dell'estate come il Gazpacho e poi Zucchine, rucola e aglio nero. Fra i dolci la Panna cotta al Cynar, la Mousse al Mango e il Tiramisù. Il talento di Matteo è assecondato da una proprietà che non fa sconti sulla qualità e mette a disposizione materia prima di qualità. Come il servizio, del resto: sorridente, disponibile, professionale.
Il Gazzettino