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VENEZIA - Il calcio sta male. E non sono solo le prime squadre, quelle fatte dagli adulti, a esprimere un disagio, perché di lividi e botte se ne registrano a tutti i livelli, da anni, dagli juniores in giù. Che lo sport, questo sport, abbia accusato una recrudescenza non è una realtà sconosciuta e chi ha calcato i campi di periferia o degli amatori e sa delle difficoltà a mantenere intatte le ginocchia. Una cosa è certa, il questore di Venezia Maurizio Masciopinto l'ha detto forte e chiaro: ora basta, da adesso in poi non si gioca più. Serve una linea dura per educare al rispetto, ma non solo i ragazzi. Perché se da un lato l'«entrataccia» può essere frutto di un alterco, anche il brusio degli spalti ha la sua buona dose di responsabilità, ed ecco che il Daspo è pronto per chi andrà fuori dalle righe dall'esterno del rettangolo di gioco.
PERPLESSITÀ
Getta acqua sul fuoco Dino Brusaferro presidente della Figc provinciale: «Indubbiamente il questore ha le sue ragioni, nello sport soprattutto, ma anche in altri ambienti come la scuola gli atteggiamenti non sono sempre il massimo. È la situazione della società, il calcio è solo uno specchio di quello che succede tutti i giorni». Il presidente pone l'accento sull'importanza che i club hanno oggi: «Serve l'aiuto dei dirigenti e i loro tecnici nell'insegnare educazione e il giusto comportamento, cioè vincere, ma in maniera sportiva. Il che si contrappone a molti genitori che invece insegnano a vincere con modi poco ortodossi».
Brusaferro però non si nasconde: «Ultimamente la percentuale di episodi si è un po' alzata, nel calcio ci sono sempre stati, dalla serie A alla terza categoria, sono però isolati».
IL CONI
Il presidente conclude commentando il possibile Daspo: «Per certa gente sono d'accordo, sportivamente fortunatamente c'è una giustizia dedicata, poi un secondo grado e in caso la corte federale. Lo sport ha tutto per poter intervenire, se però son cose che succedono fuori, allora giusto intervenire così». Concorde Massimo Zanotto, delegato provinciale del Coni: «Ben venga un'attenzione agli episodi che si sono verificati in questo periodo, soprattutto se c'è una recrudescenza e quindi l'intervento del questore è più che mai appropriato. Nel campo della giustizia sportiva mi pare che dalla federazione calcio ci sia la massima attenzione». Il rappresentante dell'istituzione sportiva prosegue: «Come mondo dello sport, intendo istituzioni sportive, federazioni, società, devo dire che dobbiamo cercare di educare all'eliminazione di questi atteggiamenti. Puntare al rispetto dei compagni, degli avversari e degli arbitri. Tutto questo può solo succedere se si crea una vera cultura dello sport». Zanotto chiede anche però che ci siano esempi più puliti dall'alto: «È fondamentale che ci sia attenzione anche a livelli più alti. Spesso si vedono atteggiamenti negativi da parte di atleti e pubblico che derivano da quanto succede a livelli più alti e dall'enfasi della stampa. Sarebbe bello che le notizie ad avere più risalto fossero i risultati sportivi delle eccellenze dei territori».
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Il Gazzettino