Il sindaco bomber del Cavarzere si ritira a 40 anni: «Lascio il calcio e mi dedico al Comune»

CAVARZERE Il sindaco Pierfrancesco Munari all'ultima partita
CAVARZERE - Primo cittadino, ma anche primo in classifica. E per giunta promosso. Pierfrancesco Munari, 40 enne, avvocato, una tessera della Lega in tasca, a Cavarzere si è...

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CAVARZERE - Primo cittadino, ma anche primo in classifica. E per giunta promosso. Pierfrancesco Munari, 40 enne, avvocato, una tessera della Lega in tasca, a Cavarzere si è preso tutto. Fascia tricolore e titolo di bomber. Tutto in pochi mesi. Ad ottobre ha vinto la partita per la poltrona di sindaco, conquistata alla guida di una lista civica appoggiata dai partiti di centrodestra. 

Adesso, indossata la maglia del Cavarzere, ha invece trascinato la squadra alla conquista della promozione dalla Prima Categoria. A suon di gol, naturalmente. Concedendosi anche il lusso di realizzare una tripletta un mese fa, nel match contro il Due Stelle, con tanto di pallone portato a casa. Ovviamente firmato da tutti i compagni, come da tradizione calcistica: «La regola va mantenuta - racconta Munari, nato a Cavarzere e cresciuto a calcio e politica - anche se in realtà non sono il capocannoniere della squadra. Ma per gol fatti, relativamente ai minuti giocati, sono quello che ha lo score migliore».


Dica la verità: più difficile far gol in campo o dribblare gli avversari politici? 
«È più difficile lavorare in Comune, non c’è dubbio: la macchina amministrativa è sempre più complessa. E nella politica ci sono trabocchetti ed insidie che lo sport non ha».


Il calcio è però un buon modo di prepararsi anche a queste sfide, no? 
«È senz’altro un ottimo allenamento. Lo sport in generale è fondamentale per la crescita delle persone, soprattutto quelli di squadra. Ho giocato fin da ragazzino ed ho avuto la possibilità di relazionarmi con tanta gente diversa: questo ti aiuta in politica, ma anche nella vita di tutti i giorni. È una bellissima palestra».


Sindaco e calciatore, binomio particolare: immaginiamo le battute… 
«In Consiglio magari no, ma sui social, dove ognuno ha diritto di parola e dove tutti si sentono in dovere di dire qualcosa, ho letto una cosa che mi ha fatto divertire. Abbiamo ritardato in qualche strada lo sfalcio dell’erba, che si fa sempre in questo periodo, e il commento era “ecco, non l’hanno fatto perché stanno ancora festeggiando la promozione”: come se le due cose fossero intersecate».


Passione per il calcio da piccolo. Quando è arrivata quella per la politica? 
«Per la politica è più recente, ma c’è stata da sempre, da adolescente l’interesse c’era già, anche se mi sono esposto solamente 7 anni fa. Ho fatto 5 anni in Consiglio da minoranza, ora è da un po’ di mesi che sono sindaco, ma la passione dentro c’era già da tempo». 


Non facile barcamenarsi tra municipio e allenamenti: dove trova il tempo per conciliare tutto?
«Se è per questo sono anche avvocato e continuo da esercitare. Inoltre sono sposato, mia moglie è di Asiago e viviamo tra Cavarzere e l’altopiano, dunque non mi annoio. Ho giornate molto lunghe e vado a letto tardi».


Si dia un voto: meglio come attaccante o come sindaco?
«In tutto ciò che faccio, sport o politica che sia, ci metto sempre massimo impegno e determinazione. Mi considero un passionale, uno che getta il cuore oltre l’ostacolo in ogni occasione. Se dovessi premiare l’impegno sarebbe da dieci e lode dappertutto, il risultato invece lo lascio giudicare agli altri. Ma come dò tutto in campo, altrettanto faccio da sindaco».


Allo stadio ha unito il tifo: anche di quelli che magari non l’hanno votata…
«Non ci avevo mai pensato, ma ritengo che le persone siano tanto intelligenti da saper scindere tra quello che posso fare in campo per il Cavarzere e cosa invece in qualità di sindaco, dove comunque rappresento la totalità dei cittadini. Anche se alle urne ognuno poi fa la sua scelta ben precisa».


Domani giocherà la sua ultima partita, a 40 anni lascia il calcio come Ibra: mica male per un milanista come lei… 


«L’occasione è troppo ghiotta per non mollare da sindaco che ha vinto un campionato, cosa che mancava da anni a Cavarzere. Meglio lasciare sempre al top. Come spero possa fare Ibra…».

 

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Il Gazzettino