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Il campo, che da mesi regala ai tifosi e alla squadra solo batoste, può rimanere per un attimo tra parentesi. Così come il futuro sportivo del club, in teso come categoria a cui appartenere per la stagione 2022-2023. Ci sarà tempo per pensarci e per parlarne. Quello che bolle in pentola negli uffici del centro sportivo De Marchi, infatti, riguarda il futuro a tutto tondo del Pordenone Calcio. Di un Ramarro più ricco, più solido, con nuove ambizioni. Questo grazie a una svolta, rappresentata da un gruppo di investitori stranieri che ha messo gli occhi sulla società. Su tutta la società, per comprare il club. C’è anche un primo accenno alla provenienza geografica dei protagonisti del contatto: il continente africano. Infine la cosa più importante: la conferma del colloquio da parte di chi oggi il Pordenone ce l’ha in mano, cioè il presidente Mauro Lovisa.
LA RICOSTRUZIONE
Contattato, il patron dei neroverdi, che con la sua impresa societaria ha riportato il Pordenone ai piani alti del calcio battendo ogni record storico per il club del capoluogo, risponde senza particolari problemi.
L’ASSETTO
«In ogni caso - ha voluto precisare sempre Lovisa - ci sarebbe bisogno di continuità e di professionalità sportiva. Non lascerò affatto il Pordenone, rimarrei come punto di riferimento». Ma non solo, si potrebbe aggiungere. Mauro Lovisa sarebbe il punto di congiunzione tra il presente e il futuro. E con lui anche i volti più centrali (anche interni alla famiglia) del Pordenone degli ultimi anni, quelli della scalata in Serie B e dei bei campionati nella cadetteria. Un Mauro Lovisa ancora presidente, quindi, nonostante un cambio possibile nella compagine societaria, soprattutto dal punto di vista economico.
GLI SCENARI
Deve passare un messaggio. Un’eventuale cessione del Pordenone non significherebbe fare un passo indietro, ma un salto in avanti. Nel futuro. Negli ultimi anni sono tanti (troppi) i milioni di euro usciti dalle tasche della famiglia Lovisa e da quelle dei suoi soci. Un’iniezione poderosa di denaro “fresco” non potrebbe che far bene al Pordenone, anche e soprattutto dal punto di vista sportivo. Anche ammessa una più che probabile retrocessione in Serie C, sarebbe garantita innanzitutto una ripartenza per vincere, e per provare di nuovo a scalare i gradini del calcio italiano. Si potrebbe poi programmare un futuro più a lungo termine, con una solidità alla base della società che oggi non può più contare solo sugli sforzi di un solo presidente, per quanto generoso. Sono naturalmente previsti nuovi incontri tra le parti, ma il sasso è stato gettato nello stagno. E le onde iniziano a propagarsi. Al tramonto di una stagione sportiva maledetta, potrebbe star nascendo un’alba luminosa per il Pordenone.
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Il Gazzettino