Il campo, che da mesi regala ai tifosi e alla squadra solo batoste, può rimanere per un attimo tra parentesi.
LA RICOSTRUZIONE
Contattato, il patron dei neroverdi, che con la sua impresa societaria ha riportato il Pordenone ai piani alti del calcio battendo ogni record storico per il club del capoluogo, risponde senza particolari problemi. Non ha segreti: «C’è stato un contatto con un gruppo straniero interessato al Pordenone - conferma -. Ed è la conferma dell’ottimo lavoro svolto negli ultimi anni. Per ora si è trattato solamente di un primo colloquio». È avvenuto nelle scorse settimane, direttamente con la figura di Mauro Lovisa come controparte. Sul piatto, la possibilità (non c’è nulla di definito, dal momento che si è trattato di un contatto) che il club passi economicamente di mano. E ogni parola, anche per consentire di non ferire l’affetto dei tifosi, dev’essere pesata al microgrammo. Sì, perché il gruppo straniero che vuole il Pordenone Calcio non potrà prescindere anche in futuro dalla figura dell’attuale presidente e proprietario.
L’ASSETTO
«In ogni caso - ha voluto precisare sempre Lovisa - ci sarebbe bisogno di continuità e di professionalità sportiva. Non lascerò affatto il Pordenone, rimarrei come punto di riferimento». Ma non solo, si potrebbe aggiungere. Mauro Lovisa sarebbe il punto di congiunzione tra il presente e il futuro. E con lui anche i volti più centrali (anche interni alla famiglia) del Pordenone degli ultimi anni, quelli della scalata in Serie B e dei bei campionati nella cadetteria. Un Mauro Lovisa ancora presidente, quindi, nonostante un cambio possibile nella compagine societaria, soprattutto dal punto di vista economico.
GLI SCENARI
Deve passare un messaggio. Un’eventuale cessione del Pordenone non significherebbe fare un passo indietro, ma un salto in avanti. Nel futuro. Negli ultimi anni sono tanti (troppi) i milioni di euro usciti dalle tasche della famiglia Lovisa e da quelle dei suoi soci. Un’iniezione poderosa di denaro “fresco” non potrebbe che far bene al Pordenone, anche e soprattutto dal punto di vista sportivo. Anche ammessa una più che probabile retrocessione in Serie C, sarebbe garantita innanzitutto una ripartenza per vincere, e per provare di nuovo a scalare i gradini del calcio italiano. Si potrebbe poi programmare un futuro più a lungo termine, con una solidità alla base della società che oggi non può più contare solo sugli sforzi di un solo presidente, per quanto generoso. Sono naturalmente previsti nuovi incontri tra le parti, ma il sasso è stato gettato nello stagno. E le onde iniziano a propagarsi. Al tramonto di una stagione sportiva maledetta, potrebbe star nascendo un’alba luminosa per il Pordenone.