VALLE DI CADORE - Si sarebbe inventata tutto accusando lo zio di averla violentata solo per ripicca nei suoi confronti, ritenendolo la causa del divorzio dei suoi genitori....
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Secondo quanto ricostruito nell'accusa la ragazzina era stesa sul divano della casa e lo zio le si sarebbe avvicinato e avrebbe iniziato a palparla nelle parti intime e a baciarla. Le si sarebbe buttato sopra di peso, mettendole la lingua in bocca.
Ieri il consulente della Procura, Tullio Franceschini, ha spiegato che la ragazza aveva diverse problematiche e disturbi ossessivo compulsivi e forme di autolesionismo e non sarebbe attendibile. Fondamentale poi la deposizione del consulente della difesa, Simona Codazzi, arrivata alla stessa conclusione. Nel processo è quindi emerso che la ragazza «non è attendibile, ha carenza di capacità critica fondamentale per la capacità a testimoniare».
A quel punto il pm Simone Marcon non ha potuto fare altro che chiedere l'assoluzione con formula dubitativa. «L'imputato - ha detto il pm - ha riferito che la ragazza ce l'aveva con lui, accusandolo di essere il responsabile della separazione dei genitori. Questo sarebbe il movente». È stata la volta dell'arringa della difesa. L'avvocato Mauro Gasperin di Belluno ha sottolineato tutte le incongruenze nel racconto della giovane. «Molte stranezze - ha detto - come quella che un fatto del genere avvenga in una casa piccolissima con porte aperte e altri 3 famigliari che erano andati a dormire, ma nessuno si accorga di nulla. O ancora le contraddizioni: prima la ragazza dice che si è confidata con la madre sulla violenza, poi che ne ha parlato ma il genitore pensava a uno scherzo».
Dopo una breve camera di consiglio è arrivata la sentenza dei giudici che hanno assolto con formula piena. Le motivazioni si conosceranno tra 90 giorni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino