Violenza sulla nipote, assolto lo zio: per i giudici lei s'è inventata tutto

Giovedì 23 Maggio 2019
Violenza sulla nipote, assolto lo zio: per i giudici lei s'è inventata tutto
VALLE DI CADORE - Si sarebbe inventata tutto accusando lo zio di averla violentata solo per ripicca nei suoi confronti, ritenendolo la causa del divorzio dei suoi genitori. È questa la verità emersa ieri in Tribunale a Belluno nel processo per violenza sessuale a carico di A.R., un 65enne di origine marocchina residente in Cadore, difeso dall'avvocato Mauro Gasperin. «Lo zio mi palpeggia, mi fa paura», aveva detto la ragazza, dopo diversi mesi dai fatti raccontati. I due episodi contestati all'imputato sarebbero avvenuti tra 2016 e 2017 nella casa di Valle di Cadore dove la ragazza, che aveva 18 anni, viveva con la famiglia. Ieri mattina, dopo la deposizione dei consulenti di accusa e difesa che hanno concordato sulla non attendibilità della ragazza, l'uomo è stato scagionato. Assolto con formula piena «perché il fatto non sussiste» è stata la sentenza pronunciata dal collegio di giudici.

 
Secondo quanto ricostruito nell'accusa la ragazzina era stesa sul divano della casa e lo zio le si sarebbe avvicinato e avrebbe iniziato a palparla nelle parti intime e a baciarla. Le si sarebbe buttato sopra di peso, mettendole la lingua in bocca.
Ieri il consulente della Procura, Tullio Franceschini, ha spiegato che la ragazza aveva diverse problematiche e disturbi ossessivo compulsivi e forme di autolesionismo e non sarebbe attendibile. Fondamentale poi la deposizione del consulente della difesa, Simona Codazzi, arrivata alla stessa conclusione. Nel processo è quindi emerso che la ragazza «non è attendibile, ha carenza di capacità critica fondamentale per la capacità a testimoniare».
A quel punto il pm Simone Marcon non ha potuto fare altro che chiedere l'assoluzione con formula dubitativa. «L'imputato - ha detto il pm - ha riferito che la ragazza ce l'aveva con lui, accusandolo di essere il responsabile della separazione dei genitori. Questo sarebbe il movente». È stata la volta dell'arringa della difesa. L'avvocato Mauro Gasperin di Belluno ha sottolineato tutte le incongruenze nel racconto della giovane. «Molte stranezze - ha detto - come quella che un fatto del genere avvenga in una casa piccolissima con porte aperte e altri 3 famigliari che erano andati a dormire, ma nessuno si accorga di nulla. O ancora le contraddizioni: prima la ragazza dice che si è confidata con la madre sulla violenza, poi che ne ha parlato ma il genitore pensava a uno scherzo».
Dopo una breve camera di consiglio è arrivata la sentenza dei giudici che hanno assolto con formula piena. Le motivazioni si conosceranno tra 90 giorni.
Ultimo aggiornamento: 17:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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