Il giallo del cadavere appeso al guardrail: in tasca fogli scritti e appunti su ritagli di giornale. Per la procura è suicidio

Il cadavere potrebbe essere di un iraniano di 55 anni senza fissa dimora

Il giallo del cadavere appeso al guardrail: in tasca fogli scritti e appunti su ritagli di giornale
TRIESTE - Nella tasca dei pantaloni sono stati ritrovati fogli vari, alcuni scritti in italiano altri in lingue diverse, appunti a penna su ritagli di giornale e altri...

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TRIESTE - Nella tasca dei pantaloni sono stati ritrovati fogli vari, alcuni scritti in italiano altri in lingue diverse, appunti a penna su ritagli di giornale e altri documenti. Ma il giallo attorno alla morte dell'uomo, il cui cadavere è stato ritrovato ieri mattina, domenica 24 settembre, al bordo della superstrada Gvt, dopo la galleria di Valmaura in direzione Muggia sembra ora virare l'ipotesi di suicidio. A trovarlo sono stati alcuni tecnici Anas al lavoro su quel tratto stradale.

Cadavere bendato e piedi legati con nastro adesivo

L'uomo, che secondo il medico legale sarebbe morto tra le giornate di giovedì e venerdì, è stato trovato appeso per il collo al guardrail. Indossava scarpe nere, pantaloni e camicia caki, e sotto una maglietta nera con la scritta bianca "Live to ride".  Sull'asfalto è stato trovato nastro adesivo e altri oggetti.

Scoperta choc a Trieste. Il cadavere di un uomo appeso per il collo al guardrail: bendato e legato

Dagli elementi emersi finora non sono «in alcun modo» indicativi di un «decesso dovuto all'opera di terzi». Lo scrive la Procura di Trieste in una nota diffusa stamani sul caso dell'uomo trovato impiccato ieri mattina sulla Grande velocità triestina. Sul corpo, tra le altre carte, è stato trovato un certificato del 10 settembre scorso, che diagnosticava una «sindrome ansiosa depressiva» e prescriveva la necessità di una visita psichiatrica. Il certificato era stato rilasciato dalla Donk-Humanitarian Medicine. L'uomo potrebbe essere un cittadino iraniano, B.K., nato a Teheran nel 1968, a Trieste senza fissa dimora. Dall'ispezione cadaverica non è emerso sul corpo alcun segno di tortura né di violenza, e nemmeno bruciature, lesioni da taglio e traumi, si tratta invece di «lesioni post mortem, conseguenti ai fisiologici fenomeni putrefattivi che hanno interessato il cadavere». Invece, «gli unici segni rinvenuti sulla salma sono quelli tipici dell'impiccamento». La Procura ha precisato che la benda trovata sugli occhi dell'uomo e che copriva gran parte del volto era una camicia a maniche corte, arrotolata; un'altra camicia gli bloccava invece le mani lasciandogli comunque un'apertura di circa 30 centimetri. I piedi erano invece bloccati da nastro adesivo. Viene confermato che la morte risalirebbe a 36-48 ore prima del ritrovamento; non è stata invece disposta ancora l'autopsia ma il magistrato titolare delle indagini, Maddalena Chergia, la disporrà quanto prima. 

 

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Il Gazzettino