Cacciatori sparano alla lepre, i pallini colpiscono un'auto con due bimbi

Cacciatori sparano alla lepre, i pallini colpiscono un'auto con due bimbi
Una battuta di caccia ha rischiato di trasformarsi in tragedia. Dal fucile di due cacciatori è partita una serie di colpi alcuni dei quali sono finiti sul vetro posteriore di...

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Una battuta di caccia ha rischiato di trasformarsi in tragedia. Dal fucile di due cacciatori è partita una serie di colpi alcuni dei quali sono finiti sul vetro posteriore di una macchina all'interno della quale c'erano due bimbi di uno e due anni.




Il fatto si è verificato domenica scorsa in via Luchino Luchini, nelle vicinanze della frazione di Aurava di San Giorgio della Richinvelda, a poche centinaia di metri dall'abitazione di Renzo Francesconi, sindaco di Spilimbergo. Erano le 14 circa quando Valentina Biancu, 40 anni, insegnante, stava sistemando i due figlioletti all'interno della propria auto parcheggiata nel cortile di casa. Con il marito, Dario Dean, aveva deciso di trascorrere un pomeriggio diverso dal solito con una gita fuori porta. A pochi metri di distanza dall'abitazione era in corso una battuta di caccia su un terreno privato. Due cacciatori sulla cinquantina, ognuno con il proprio cane, stavano dando la caccia a una lepre. Quando hanno visto sbucare all'improvviso l'animale tra la soia, non hanno esitato un secondo: hanno sparato, senza considerare il fatto che nelle vicinanze c'era un'intera famigliola.



«Ho sentito quel colpo sparato - racconta ancora scossa Valentina Biancu - e quei pallini che sono finiti sul vetro della macchina. Ero terrorizzata. Se quei colpi fossero stati sparati due minuti prima, avrebbe colpito me e probabilmente i miei bambini ferendoci gravemente». I cacciatori, tuttavia, non sembravano per nulla scossi. «Io e mio marito - spiega - li abbiamo ammoniti verbalmente. Se ne sono andati bofonchiando qualche parola, ma senza chiedere scusa. Forse sono abituati ad avere certi comportamenti».



Le indagini sono al vaglio dei carabinieri di Spilimbergo, ai quali è stata fornita la targa della vettura con la quale erano arrivati sul posto. «Ci siamo trasferiti da Pordenone - aggiunge la donna - per stare un pò tranquilli, per goderci la natura e, soprattutto, per dare ai nostri figli la possibilità di giocare all'aria aperta. Proprio per questo li lasciamo spesso giocare fuori, insieme, senza alcun tipo di problema. Certi episodi, come quello accaduto domenica scorsa, non devono più accadere. Non è possibile che cacciatori, magari con comprovata esperienza, si mettano a sparare così vicino alle abitazioni e, soprattutto, senza verificare se nei paraggi ci siano altre persone». Quei pallini da caccia possono ferire gravemente una persona. Figuriamoci un bambino di uno o due anni. Proprio per questo Valentina Biancu sta valutando l'ipotesi di sporgere querela nei confronti dei due cacciatori. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino