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MESTRE - Al sicuro dalle doppiette dei cacciatori, perché la stagione venatoria finisce il 31 gennaio, in questo periodo vengono massacrati dalle macchine che sfalciano l’erba lungo le rive dei fiumi in tutta la provincia e nel resto del Veneto. I cacciatori durante il periodo consentito, ossia da ottobre a fine gennaio, sparano agli uccelli o alle lepri e agli altri animali cacciabili, le macchine che gli operai dei consorzi di bonifica azionano in queste settimane distruggono invece le uova e i nidi vanificando così la riproduzione delle varie specie. In questi giorni nelle chat dei cacciatori che continuano a girare per il territorio vengono diffusi video della strage che si sta perpetrando e Massimo Parravicini, presidente provinciale dell’Associazione cacciatori italiani nonché del Comitato risorse vitali, ha raccolto le segnalazioni e ha lanciato un appello alla Regione affinché imponga uno stop ai consorzi di bonifica.
L’APPELLO
«Fino a qualche anno fa c’era almeno il divieto, emanato dalla Regione, di sfalcio lungo il pendio degli argini fino a due metri dall’acqua. Oggi invece i consorzi se ne infischiano e compiono enormi stragi di nidi e nidiacei (giovane uccello che non ha ancora abbandonato il nido o che è stato preso dal nido prima che sapesse volare ndr.) e noi cacciatori non sappiamo come fermare questi disastri».
Il primo che nidifica è il germano che comincia verso la metà di febbraio, a seconda delle condizioni metereologiche, poi ci sono fagiani, folaghe, pendolini, porciglioni, gallinelle d’acqua, tarabuso e tarabusino, cannareccione, basettino, migliarino di palude, salciaiola e via di seguito.
Il Gazzettino