Appello dei cacciatori alla Regione: «Stop agli sfalci lungo gli argini: danneggiano gli animali»

Mercoledì 19 Aprile 2023 di Elisio Trevisan
Sfalciare la vegetazione lungo gli argini dei fiumi distrugge i nidi e uccide gli animali, dicono i cacciatori

MESTRE - Al sicuro dalle doppiette dei cacciatori, perché la stagione venatoria finisce il 31 gennaio, in questo periodo vengono massacrati dalle macchine che sfalciano l’erba lungo le rive dei fiumi in tutta la provincia e nel resto del Veneto.

I cacciatori durante il periodo consentito, ossia da ottobre a fine gennaio, sparano agli uccelli o alle lepri e agli altri animali cacciabili, le macchine che gli operai dei consorzi di bonifica azionano in queste settimane distruggono invece le uova e i nidi vanificando così la riproduzione delle varie specie. In questi giorni nelle chat dei cacciatori che continuano a girare per il territorio vengono diffusi video della strage che si sta perpetrando e Massimo Parravicini, presidente provinciale dell’Associazione cacciatori italiani nonché del Comitato risorse vitali, ha raccolto le segnalazioni e ha lanciato un appello alla Regione affinché imponga uno stop ai consorzi di bonifica.


L’APPELLO
«Fino a qualche anno fa c’era almeno il divieto, emanato dalla Regione, di sfalcio lungo il pendio degli argini fino a due metri dall’acqua. Oggi invece i consorzi se ne infischiano e compiono enormi stragi di nidi e nidiacei (giovane uccello che non ha ancora abbandonato il nido o che è stato preso dal nido prima che sapesse volare ndr.) e noi cacciatori non sappiamo come fermare questi disastri». 
Il primo che nidifica è il germano che comincia verso la metà di febbraio, a seconda delle condizioni metereologiche, poi ci sono fagiani, folaghe, pendolini, porciglioni, gallinelle d’acqua, tarabuso e tarabusino, cannareccione, basettino, migliarino di palude, salciaiola e via di seguito. Specie protette e non che nidificano dove l’ambiente non è coltivato, e tra le specie non protette ci sono i passeri e le rondini che sono in forte diminuzione. «È stato ripetuto decine di volte a questi consorzi di non falciare l’erba nei periodi di nidificazione ma ogni anno si ripete la solita musica. I cacciatori abbattono anitre o folaghe ma questi, tagliando l’erba, fanno dieci volte peggio» continua Parravicini che si rivolge anche agli ambientalisti: «Invece di prendersela sempre e solo con noi per la caccia, se è vero che tengono agli animali, ci diano una mano in questa battaglia per la conservazione degli ecosistemi. Non è la prima che conduciamo: dal 2014 al 2018, tanto per citare un solo esempio, con il progetto “SeResto” assieme ai pescatori abbiamo piantato le fanerogame in laguna, le praterie che, in proporzione, assorbono molta più anidride carbonica delle foreste amazzoniche, e adesso si vedono i risultati sia per l’avifauna sia per la fauna ittica che sono tornate a crescere; e tutti gli interventi sono serviti anche per tutelare le barene perché le fanerogame hanno anche la funzione di assorbire l’energia del moto ondoso che altrimenti fa crollare in acqua le rive. Il problema adesso, per fare un altro esempio, sono i cormorani perché ce ne sono troppi, e vanno contenuti per evitare che prendano il sopravvento e distruggano altre specie, il territorio va gestito, seguito».

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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