Caccia sulle Dolomiti Friulane, scoppia la lite: «Non è vero che l'abbiamo autorizzata». Ma il M5S attacca: «E' un sito tutelato»

Cervi
«Il Movimento 5 stelle faccia tutti gli accessi agli atti che vuole, ma quello che dicono non è vero. È il loro solito buco nell’acqua: non andremo a...

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«Il Movimento 5 stelle faccia tutti gli accessi agli atti che vuole, ma quello che dicono non è vero. È il loro solito buco nell’acqua: non andremo a cacciare animali nel Parco delle Dolomiti Friulane». Stefano Zannier, assessore alle Politiche agricole e forestali del Friuli Venezia Giulia, nega tutto: non ci sarà un liberi tutti per la caccia nel sito protetto al confine tra le province di Pordenone e di Belluno


IL DIBATTITO


L’assessore regionale spiega quindi cosa sta succedendo all’interno del Parco delle Dolomiti Friulane: «È solamente in corso un accordo con il Parco stesso, i distretti venatori e con la collaborazione del nostro servizio per la biodiversità. Che cosa significa? Che sarà programmata un’attività di monitoraggio. Andremo semplicemente a contare gli esemplari della fauna selvatica per arrivare a un vero censimento. Non c’è un provvedimento che dice che si può andare liberamente a caccia, quindi quanto sostenuto dal Movimento 5 stelle è semplicemente falso. L’operazione di catalogazione durerà anni. Se al termine della stessa, quando ci potranno essere dei dati veramente consolidati, ci si accorgerà di una sproporzione faunistica per qualche specie, allora saranno i gestori del parco stesso a formulare un piano di gestione della fauna. E non la Regione, che non ha emanato alcun provvedimento in tal senso». 


L’ATTACCO


Ieri, però, il Movimento 5 stelle è tornato all’attacco con il consigliere pordenonese Mauro Capozzella. «L’assessore Zannier e il presidente Massimiliano Fedriga spieghino piuttosto come mai abbiano lasciato scadere il Piano faunistico regionale e messo in campo ben poco per la prevenzione dei danni alle attività agricole e nella lotta al bracconaggio. Invece sono stati portatori di iniziative mai viste sin d’ora in Friuli come quella di portare i cacciatori nei luoghi più sacri di tutela della fauna selvatica e degli ambienti naturali in genere. La regione Friuli Venezia Giulia vuole dunque aprire la caccia nel Parco delle Dolomiti Friulane, violando per sempre quel principio di conservazione a tutela degli animali che vivono nell’area protetta e sancito nelle leggi istitutive dei Parchi stessi. La giunta regionale – dice ancora Capozzella - non ha perso tempo e intende dare applicazione alla modifica della Legge sulla caccia, pubblicata solo tre giorni fa in Gazzetta Ufficiale, che con un escamotage permette la caccia anche nelle aree protette». Capozzella attacca direttamente l’assessore Zannier: «È desolante assistere alle mosse dell’assessore Zannier che, invece di occuparsi delle vere priorità quali la conservazione e la promozione della biodiversità nonché la tutela degli ambienti naturali, nei primi giorni dell’anno è già pronto a farsi promotore dei desiderata di coloro (cacciatori, ndr) che con la scusa di non precisati danni all’agricoltura chiedono gli abbattimenti dei cervi del Parco delle Dolomiti. È evidente che al momento non vi sono nemmeno i censimenti per permettere la mattanza nel Parco. Il Piano faunistico regionale approvato nel 2015 non è stato applicato in diverse parti ed è scaduto da tre anni – prosegue Capozzella -. Gestire i complessi equilibri naturali con spot elettorali depaupera il capitale naturale e colpisce gli interessi dell’intera comunità. Senza utilizzare le migliori conoscenze scientifiche e una visione che vada oltre i bilanci elettorali ed economici temporanei non si risolvono i problemi ma si creano solo false illusioni». Tesi però smentite dallo stesso Zannier. 

 

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Il Gazzettino