ESTE - C'è un mostro che si aggira nelle dolci colline padovane. È grosso, vorace ed è pure pericoloso: i cinghiali dei colli Euganei sono diventati ormai...
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Apriti cielo: ambientalisti e anticaccia sono insorti, subito subissati di fischi da una buona parte della popolazione e degli agricoltori. Ieri Berlato ha presentato il suo piano a sindaci del Parco, associazioni di categoria agricole, sodalizi venatori e produttori vinicoli. Questi ultimi, che stanno portando avanti anche un piano di inserimento dei colli nella rete Unesco Man and Biosphere, si sono schierati decisamente contro il piano-Berlato e hanno minacciato di mandare all'aria il biodistretto se la legge diventerà esecutiva. Anche i sindaci hanno deciso di rimanere a piè fermo sui confini delle colline padovane, che da quelle parti sono conosciute come le isole senza mar. Gli Amministratori del territorio, che hanno dato il via a una serie di mozioni per chiedere al governo veneto di stoppare o almeno rallentare il progetto, non vedono nella cura Berlato una ricetta vincente. Anzi, c'è chi suggerisce che nella porta aperta dall'emendamento potrebbero infilarsi situazioni vedi alla voce cave e colate di cemento - in grado di riportare il territorio indietro di qualche decina d'anni. Il consigliere regionale rimanda al mittente le critiche e sottolinea come il suo piano non sia un attacco al Parco, ma l'unico sistema per eliminare il problema dei cinghiali alla radice. E gli agricoltori? Il settore, che non vede l'ora di liberarsi del problema, ha sposato la posizione del consigliere regionale. La tensione è già alle stelle ed è destinata a montare ulteriormente dopo il ponte dell'Immacolata, quando l'emendamento sbarcherà in aula. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino